La spinta delle privatizzazioni accelera all’1,7% (dallo 0,9%) il calo del debito che nel 2019 scenderà quindi dello 0,8% in più, attestandosi al 129,2% anziché al 130%. Tenendo conto degli introiti da privatizzazioni dell’1% anziché dello 0,3% “la discesa del rapporto debito/Pil – si legge nel nuovo Documento di finanza pubblica – sarebbe pari a 0,3 punti quest’anno, 1,7 punti nel 2019, 1,9 nel 2020 e 1,4 nel 2021”.
I nuovi obiettivi indicano dunque cessioni pari all’1% del Pil per il 2019 e poi lo 0,3% l’anno nel successivo biennio. In cifre si tratta di un valore che sfiora i 30 miliardi di euro, di cui 18 miliardi nei prossimi 12 mesi. “I maggiori ricavi considerati per il 2019 – si legge nel documento – costituiscono un margine prudenziale che mette in sicurezza gli obiettivi approvati dal Parlamento, anche qualora non si realizzasse appieno la crescita del Pil ipotizzata”. Tenendo conto di tali introiti e del loro impatto anche in termini di minori emissioni di debito sul mercato e quindi minori interessi, la discesa del rapporto debito/Pil sarebbe ancora piu’ marcata: il rapporto scenderebbe dal 131,2 per cento del 2017 al 126 nel 2021.
Altra modifica al documento inviato a Bruxelles riguarda reddito di cittadinanza e pensioni, che non vengono più definiti a “efficacia immediata”, come nella versione inviata il 15 ottobre, ma si precisa che la loro introduzione è “da definire con legge collegata”. Per “quota 100”, misura per “favorire il ricambio generazionale nel mercato”, si spiega che “a decorrere dal 2019, è istituito un fondo per la revisione del sistema pensionistico attraverso l’introduzione di ulteriori forme di pensionamento anticipato e misure per incentivare l’assunzione di lavoratori giovani. Appositi provvedimenti normativi daranno attuazione, nei limiti delle risorse del fondo”.
Lo stesso per il reddito di cittadinanza, il cui scopo è “inclusione sociale e contrasto alla povertà”: un fondo “a decorrere dal 2019” per “pensioni e reddito di cittadinanza, anche attraverso politiche volte al sostegno economico e all’inserimento sociale dei soggetti a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro”, e “appositi provvedimenti, nei limiti delle risorse del fondo” per attuarli.