Si è svolta sabato 24 novembre, nel salone della Curia Vescovile di Aversa, la conferenza stampa di presentazione del 25esimo anniversario dell’uccisione del Sacerdote Don Peppino Diana, parroco della chiesa di San Nicola di Casal di Principe. Nel corso dell’incontro con la stampa è stato presentato il logo del 25esimo e illustrato il percorso comune che condurrà tutta la comunità, ecclesiale e civile, verso l’appuntamento del 19 marzo 2019.
Il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, ha poi presentato la “lettera pastorale al popolo di Dio che è nella Chiesa aversana” (leggi qui), da lui redatta proprio per il 25esimo dell’uccisione di Don Diana, intitolata “Per amore, Sentinelle e Profeti”. Ad aprire e a moderare la conferenza è stato don Francesco Riccio, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali; sono poi intervenuti alcuni rappresentanti delle altre realtà istituzionali e associative che siedono al tavolo diocesano: Renato Natale, sindaco di Casal di Principe; Valerio Taglione per il Comitato Don Peppe Diana e Scuola di pace; Gianni Solino per l’associazione Libera; Giovanni Del Villano per l’Azione Cattolica Italiana, Eupolis e Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali; Pasquale Leone per l’Agesci; Marino Pezzullo per i Foulards Bianchi.
“Il profeta è colui che non deve tacere perché annunzia una meta verso la quale dirigersi”, ha affermato monsignor Spinillo. “La prepotenza della camorra sulle vite serpeggia ancora nel nostro tessuto e non può diventare endemico, come lo stesso don Peppe ammoniva in quel documento del 1991 intitolato ‘Per amore del mio popolo’. L’amore, invece, non tace: ecco perché siamo chiamati ad essere profeti e ad annunziare qualcosa di grande, cogliendo le sensibilità coloro che sono mossi da quella profonda passione che ci spinge a vivere insieme e a camminare fianco a fianco”.
“Il mio auspicio è che questa non sia una celebrazione rituale: don Peppe Diana va ricordato come persona”, ha sottolineato Renato Natale. “Io penso al 19 marzo, ma anche al 21, quando migliaia di cittadini scesero in piazza contro la camorra per intraprendere una marcia lunghissima che, anche se attraversata da ritorsioni e altre uccisioni, è giunta fino ai nostri giorni. Chiediamo che tutto il territorio casertano colga l’occasione per compiere un’analisi sera affinché la morte di don Peppe in futuro non sarà risultata inutile”. D’accordo con il sindaco, Valerio Taglione ha ribadito come questo momento “ci avvia ad una fase di riflessione, verifica e rilancio: chi ha ucciso don Peppe pensava di uccidere così un territorio, ma non è stato così. Tante iniziative sono germogliate da quel giorno che rivivremo insieme il prossimo 19 marzo”.
“Il nostro cammino è stato difficile, lungo e accidentato”, ha osservato Gianni Solino, “il 25esimo rappresenta un punto di volta perché possiamo indicare don Peppe Diana come modello alle future generazioni”. “Siamo qui per far sì che, dopo la celebrazione del 25esimo, presenze e testimonianze di speranza continuino a vivere e a proliferare”, ha aggiunto Giovanni Del Villano.
Pasquale Leone e Marino Pezzullo hanno invece ricordato come Don Peppe fosse “uno di noi, uno scout; molti giovani hanno conosciuto don Peppe dai racconti dei fratelli e delle sorelle che lo hanno vissuto profondamente, questi racconti ci forniscono l’impulso e la motivazione per continuare a camminare insieme anche nel solco della sua memoria. Nei giorni successivi sarà comunicato il programma dettagliato degli appuntamenti verso il 19 marzo.
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