Aversa, alberi “a rischio” o “malati” nel Parco Pozzi: la relazione risale al 2016

di Antonio Arduino

Aversa – Probabilmente Aversa è l’unica città al mondo in cui l’assessore all’Ambiente non si interessa della cura del verde perché questo settore ha una delega a parte. E’ quanto succede ad Aversa, dove l’assessore Marica De Angelis è delegata all’Ambiente mentre il sindaco Enrico De Cristofaro ha avocato a sé la delega alla Cura del verde. L’ipotesi fatta da chi legge questa notizia potrebbe essere quella che il sindaco, considerando l’importanza del verde per la vita dei concittadini, abbia deciso di gestire in prima persona la cura di questo prezioso elemento.

Così sembra strano girare per la città e vedere qual è la condizione reale del verde presente nelle strade di Aversa. Partendo da piazza Mazzini, chi arriva in città servendosi del treno trova un piazzale in cui mancano almeno una decina di alberi poiché gli invasi che li contenevano sono vuoti. Possibile che non se ne sia accorto nessuno malgrado l’area sarebbe, sottolineo sarebbe, anche videosorvegliata? Potremmo considerare il fatto un’eccezione, ma se percorriamo le strade della città di invasi privi di alberi, trasformati in depositi di rifiuti, ne troviamo un bel po’. Così le aiuole, salvo quelle affidate alla cura di qualche anima di buon cuore che si è proposto di farlo, sono quasi tutte incolte.

Passando, poi, ai tre parchi pubblici della città, fatta eccezione per un intervento di manutenzione straordinaria effettuato al Parco Grassia per celebrare la Festa dell’Albero, c’è poco da stare allegri. Il Parco Pozzi, quello che da sempre è considerato il “polmone verde” di Aversa, ha decine di alberi morti, o quasi. Una condizione segnalata a conclusione dell’indagine “Vta” (Visual Tree Assessment, che valuta la stabilità degli alberi, ndr.) effettuata dagli agronomi Andrea Coppeta ed Elena De Marco in occasione dei lavori di riqualificazione del parco, conclusi nel 2016. In questa relazione gli agronomi, valutando le condizioni degli alberi sulla base della classificazione riconosciuta dagli esperti del settore, ne individuarono 45 da collocare in classe B, 93 in classe C, 78 in classe CD, 18 in classe D. Per i non esperti va detto che gli alberi di classe C e CD sono a rischio perché già ammalati con patologie ad andamento progressivo, mentre gli alberi inseriti nella classe D sono ad alto rischio di caduta e schianto. Di conseguenza, dopo la consegna all’Ente di questo documento, sarebbe stato indispensabile un intervento urgente per eliminare gli alberi a rischio caduta e schianto, inseriti nelle classe D, e verificare cosa sarebbe stato possibile fare per curare quelli inseriti nelle classi C e CD affetti, come detto, da patologie progressive. Sia per mettere in sicurezza il parco nelle zone in cui erano e sono posizionati gli alberi di classe D, sia per rendersi conto se fosse stato possibile recuperare una parte di quelli in classe C e CD.

La relazione, però, deve essere rimasta in qualche cassetto, tant’è che alcuni alberi sono caduti, anche a causa delle condizioni atmosferiche avverse, e molti altri sembrano ormai morti. Certamente una giustificazione c’è ed è, come ha detto il sindaco in occasione della Festa dell’Albero, la mancanza di personale a disposizione dell’ufficio Verde che, con soli quattro operatori, dovrebbe curare i tre parchi pubblici e tutte le piante presenti in città. Ma dare una giustificazione non basta, perché il verde è essenziale per la vita degli abitanti di Aversa, città ad alto tasso di inquinamento da idrocarburi per la presenza di un numero elevatissimo di automezzi  che circolano ogni giorno. Lo scambio fisiologico ossigeno-anidride carbonica compiuto dagli alberi favorisce la vita, mancando il verde questo non avviene o almeno non avviene nella giusta misura.

Da segnalare che il sindaco si sarebbe attivato avendo chiesto ed ottenuto 200 nuovi alberi dai carabinieri forestali, ma se non ci sarà un potenziamento del personale dell’ufficio addetto e non ci sarà un controllo periodico e costante degli alberi da parte di un agronomo esperto nel settore anche i nuovi alberi finiranno come quelli presenti oggi nel Parco Pozzi. E l’aver estrapolato la delega alla Cura del verde da quella dell’Ambiente non sarà servito granché.

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