Continua l’impegno dell’Its “Andreozzi” di Aversa e della sua dirigente, professoressa Maria Gallo, contro ogni forma di discriminazione e violenza nei riguardi delle donne. Per il secondo anno consecutivo, infatti, lo scottante tema, che non dovrebbe mai smettere di essere trattato, discusso, sviscerato, è stato il fulcro centrale di uno stimolante convegno tenutosi sabato 24 novembre nell’Aula Magna dell’istituto.
La data scelta è, senza dubbio, simbolica poiché coincide con le celebrazioni che il 25 novembre avvengono a livello planetario in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita nel 1999 dall’Onu per non dimenticare il quotidiano sacrificio di tante vite femminili interrotte bruscamente da una mattanza che sembra non trovare un definitivo epilogo. Si tratta, tra l’altro, di un’emergenza che riguarda, particolarmente, il nostro Paese dove, dall’inizio dell’anno, si contano già oltre 100 casi di femminicidio, termine tristemente entrato nel lessico comune per dare nome a tale efferato crimine.
L’incontro, introdotto dalla dirigente, la quale ha sottolineato la necessità di educare al rispetto delle differenze di genere, evidenziando quanto, in tal frangente, sia fondamentale il ruolo della scuola, ha visto come relatrici le dottoresse Teresa D’Aniello, Alessia Cesaro e Ilaria Cipresso, rispettivamente presidente e psicologhe dell’associazione aversana “#NonSeiSola”, che è diventata un punto di riferimento per l’ascolto, il supporto, l’aiuto fornito a tutte le donne silenziose martiri di un immotivato accanimento maschile. Ed è proprio per scongiurare i pericoli derivanti dal nascondere simili situazioni che l’associazione è sorta per donare alle donne l’opportunità di aprirsi al fine di denunciare un abominio, spesso, generato all’interno di ambiti familiari più o meno problematici o, addirittura, normali all’apparenza.
Interagire con le giovani generazioni rendendole consapevoli dell’ingiustizia culturale e sociale, che, tuttora, relega le donne in posizione di secondo piano e di assoggettamento rispetto ai propri compagni rappresenta, in effetti, il punto da cui partire per giungere, forse non utopisticamente, a una dimensione di parità totale e di fatto. Gli studenti sono, infatti, stati stimolati al dibattito attraverso la proiezione di slide, filmati, spot e la narrazione di esperienze di vita vissuta mostrando un incoraggiante interesse per la materia, la cui trattazione non terminerà con la fine del convengo ma, come ha assicurato la dirigente, continuerà giornalmente poiché l’istruzione e le sedi ad essa deputate devono necessariamente fornire gli strumenti per superare le barriere dell’ignoranza, fonte prima e ultima di ogni atteggiamento di ingiusta e crudele prevaricazione.