Avvocati Napoli Nord, la risposta del presidente Mallardo agli avvocati “uscenti”

di Redazione

<<Ho letto il comunicato di ‘uscita dalla maggioranza’ a firma dei consiglieri avvocati Minicozzi, Di Lorenzo e Landolfo, con contestuali dimissioni di quest’ultimo dalla sola carica di tesoriere del Consiglio dell’Ordine. E’ necessario dapprima rilevare un equivoco di fondo che, evidentemente, sfugge ai sottoscrittori di questo comunicato: il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati è un Ente pubblico non economico previsto dalla legge 247/12, con lo scopo principale della tenuta dell’albo degli avvocati. Esso è un organo amministrativo e non politico, per cui è istituzionalmente errato parlare di “maggioranza e minoranza”, che sono termini tipicamente connessi ai soli organismi politici e non a quelli amministrativi.  Infatti, l’adempimento dei compiti istituzionali e la tutela degli avvocati prescindono dal gruppo di appartenenza e l’eventuale “dissenso” andava espresso in Consiglio al momento del voto delle singole deliberazioni e certamente non alla “maggioranza”. 

Evidentemente, i Consiglieri firmatari confondono il momento elettorale con il ruolo istituzionale oggi ricoperto. Fatta questa doverosa precisazione, devo poi contestare l’affermata mancanza di “condivisione delle scelte”. Forse, sfugge ai Consiglieri firmatari del citato documento che ogni decisione è avvenuta in Consiglio e che ogni delibera è stata votata ed approvata dai Consiglieri con criteri democratici, piacciano o meno, dopo la libera discussione, mai preclusa ad alcun consigliere. Inoltre, non è chiaro perché i consiglieri Minicozzi, Di Lorenzo e Landolfo, qualora dissenzienti dalle decisioni della maggioranza del Consiglio, non abbiano mai espresso la loro personale opinione ed il loro dissenso al momento della discussione e dell’approvazione delle delibere.  Infatti, dai verbali delle riunioni e dal testo delle delibere approvate, pubblicate o in corso di pubblicazione sul sito internet istituzionale, si può rilevare che la quasi totalità delle decisioni del Consiglio sono state adottate con il loro pieno consenso, senza alcuna opposizione o che fosse avanzata alcuna proposta alternativa.

Quanto all’illazione sulla mancata “trasparenza”, mi meraviglia che tale critica sia espressa proprio dal Consigliere Landolfo, il quale ha ricoperto la delicata carica di Tesoriere e, in quanto tale, membro dell’Ufficio di Presidenza.  Il tesoriere ha il controllo finanziario dell’Ordine: verificare le entrate, effettuare i pagamenti previa verifica della regolarità delle deliberazioni e contabile, accertare il rispetto del bilancio approvato in assemblea e dare il suo parere su ogni impegno di spesa. Se, oggi, il consigliere Landolfo lamenta per la prima volta la mancanza di trasparenza, riconosce di aver svolto male il suo delicato compito e deve spiegare alla Classe forense i motivi del suo mancato controllo e dell’omessa denuncia di irregolarità, se mai rilevate, oltreché esporre con precisione a quali fatti concreti si riferisce, essendovi solo accuse generiche. 

Quanto all’affermato “mancato rispetto dei territori”, ricordo di aver io stesso proposto, appena eletto Presidente, di nominare un vice presidente di provenienza dal Coa di Santa Maria Capua Vetere; ho anche proposto un componente del Consiglio Distrettuale di Disciplina, un membro delle Commissioni di esame di avvocato, nonché alcuni coordinatori e numerosi membri delle Commissioni Consiliari, tutti di provenienza dal Coa di Santa Maria Capua Vetere, proprio per rispettare le  diverse provenienze territoriali. In egual modo, ho tenuto in massimo conto la rappresentanza territoriale delle ex sezioni distaccate di Marano, Casoria, Frattamaggiore e Afragola i cui rappresentanti sono in ogni organismo consiliare. 

Se, poi, vi fossero istanze non ascoltate dai territori, andrebbe chiesto ai consiglieri Minicozzi (quale delegato del Gdp di Marano, tra l’altro assente per molti mesi dalle riunioni di Consiglio e dalle altre attività), Di Lorenzo (quale delegato del Gdp di Casoria) e Landolfo (quale delegato per il Gdp di Frattamaggiore) il perché esse non siano state veicolate e discusse in Consiglio. I consiglieri Minicozzi, Di Lorenzo e Landolfo non hanno spiegato le concrete ragioni del dissenso e perché hanno manifestato tale disapprovazione soltanto un mese prima della scadenza del mandato, pur mantenendo le cariche di consigliere.

A mio parere, le effettive ragioni di tale “dissenso” sono ben altre rispetto a quelle dichiarate e sono legate esclusivamente ad obiettivi ed interessi personali di natura elettorale. Infatti, mi risulta che i predetti Consiglieri, fin dallo scorso mese di giugno, hanno svolto –in gran segreto- riunioni per organizzare un gruppo di candidati per le prossime elezioni forensi in alternativa a quello con cui i Cons. Minicozzi e Di Lorenzo e Landolfo erano stati eletti nel 2017, con contatti anche con candidati che erano stati in opposte posizioni elettorali. Nonostante ciò, non hanno manifestato alcun concreto dissenso alle delibere proposte dall’Ufficio di Presidenza e dal gruppo di consiglieri con cui erano stati eletti, mantenendo, imperterrito, il consigliere Landolfo la carica di Tesoriere. 

La ragione di tutto ciò è semplice e legata ad un obiettivo di quest’ultimo: non aver visto esaudita la sua personale aspirazione a essere nominato segretario dell’Ordine, nell’ottica di una successiva corsa alla carica di Presidente. Lo dimostra la recente pubblicizzata candidatura a presidente in una lista che si sottotitola “Tradizione ed innovazione”, dove, vista la giovane età del candidato presidente, evidentemente la tradizione è legata soltanto all’appartenenza ad una nota ed illustre famiglia di avvocati, mentre l’innovazione è una mera petizione di principio>>.

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