Attentato Strasburgo, il killer ucciso dalla polizia. Isis: “Era nostro soldato”

di Redazione

Dopo 48 ore della sanguinosa sparatoria ai mercatini di Natale di Strasburgo, la polizia ha individuato e “neutralizzato” il responsabile dell’attentato, il 29enne Cherif Chekatt. La sua fuga è finita a rue Lazaret, dove i passanti, dietro le transenne, hanno applaudito i poliziotti impegnati nel blitz decisivo. Neppure un’ora dopo la sua morte l’Amaq, l’agenzia dello stato islamico, ha battuto la rivendicazione dell’Isis: “Chekatt era un nostro soldato” ed ha “portato avanti l’operazione per vendicare i civili uccisi dalla coalizione internazionale”.

Secondo alcune fonti della polizia, il blitz che ha messo fine alla fuga del killer è scattato in serata, Chekatt stava camminando per strada quando è stato raggiunto dai poliziotti ed ha reagito immediatamente sparando. La reazione della Bst, la Brigata specializzata sul terreno, avvertita da una donna che lo ha riconosciuto, è stata immediata e la folle fuga di Cherif Chekatt si è conclusa.

Due giorni dopo la strage al mercato di Natale di Strasburgo, come una belva ferita, Chekatt era ancora a Neudorf, il luogo in cui si era fatto accompagnare dal taxi e aveva fatto poi perdere le sue tracce. Era il suo quartiere, la zona che conosceva palmo a palmo, e dove – dicono alcune fonti ai media francesi presenti sul posto – potrebbe aver goduto di appoggi in queste ore. C’è anche l’ipotesi che l’avviso di ricerca di testimoni lanciato ieri dalla polizia abbia portato i suoi frutti 24 ore più tardi: già nel pomeriggio la “pista tedesca” era tramontata e diversi blitz era stati lanciati nella città. Tutto era concentrato da ore su Strasburgo e, in particolare, nella zona di Neudorf, dove probabilmente Chekatt ha cercato di farsi curare la profonda ferita al braccio provocata dai proiettili del fucile d’assalto in dotazione alla polizia che aveva reagito al suo attacco al mercato.

Intanto, il tassista costretto ad accompagnare Chekatt durante la sua fuga ha rivelato che il terrorista – che lo ha risparmiato in quanto musulmano – gli aveva confidato di aver ucciso per “vendicare i fratelli in Siria”. Sempre in giornata, un amico stretto di Chekatt, che lo aveva anche ospitato la notte precedente l’attentato, era stato posto in stato di fermo ed è interrogato in queste ore. E’ il quinto fermato dopo il padre, la madre e due fratelli del latitante. A Parigi, la polizia ha perquisito la casa in cui una delle sorelle abita con il marito, nel centralissimo boulevard Raspail.

Il bilancio ufficiale dei morti è di 4 persone: tra queste Kamal, l’afghano colpito con il bambino in braccio mentre passeggiava fra i banchi del mercatino, è deceduto dopo alcune ore di morte cerebrale; e Anupong Suebsamarn, turista thailandese di 45 anni, che si trovava in città con la moglie, rimasta ferita. Venerdì sera Antonio Migalizzi, il giornalista radiofonico italiano colpito alla testa, è morto dopo essere rimasto sin dal ricovero in ospedale in coma farmacologico (leggi qui). Anupong Suebsamarn, turista thailandese di 45 anni ucciso martedì sera da Chekatt, era in visita a Strasburgo con la moglie Naiyana. Erano arrivati il giorno prima, cambiando i loro programmi: il piano iniziale era, ovviamente, di visitare Parigi ma le manifestazioni dei gilet gialli li avevano spaventati ed avevano ripiegato su Strasburgo.

Strasburgo, ieri pomeriggio, ha reso omaggio nella cattedrale strapiena di fedeli e cittadini e turisti alle vittime dell’attentato. Un momento intenso, durante il quale il vescovo Luc Ravel ha sottolineato che la violenza terrorista “ha colpito tutti, ha colpito la nostra capitale di Natale, Strasburgo”, aggiungendo però che “ad essere ferita è stata anche l’Alsazia, la Francia, l’Europa e tutta l’umanità”.

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