Crostacei e mozzarelle “non a norma”: multe per 36mila euro nel Casertano

di Redazione

In quest’ultima settimana i carabinieri forestali della provincia di Caserta hanno proceduto ad attività di controllo sui prodotti alimentari destinati al consumo nel periodo natalizio. La diffusa azione di controllo è stata tesa a verificare la tracciabilità dei prodotti alimentari destinati alla vendita ed il rispetto della normativa in materia di etichettatura e di corretta informazione offerta ai consumatori presso gli esercizi di vendita.

Le verifiche sono state condotte in numerosi comuni della provincia ed hanno riguardato in particolare i prodotti ittici, i formaggi freschi a pasta filata (mozzarella, fior di latte, provola), prodotti carnei trasformati, nonché il rispetto dei termini di scadenza sui prodotti in vendita preimballati. Numerosi sono stati i casi di irregolarità accertate per le quali i militari hanno provveduto ad elevare 13 sanzioni amministrative, per un totale di 36.550 euro, sottoponendo a sequestro oltre 23 chili di molluschi bivalve (cozze, vongole e lupini), nel corso di due distinti controlli svolti dai militari di Castel Volturno e dalla Guardia Costiera, in quanto erano detenuti irregolarmente aspersi in acqua. Molluschi che sono stati immediatamente reimmessi in natura.

Sono stati, inoltre, sottoposti a sequestro oltre 21 chili di mozzarella e fior di latte venduti allo stato sfuso in violazione alla normativa in materia di etichettatura, nonché oltre 30 chili di salsicce e prodotti carnei di origine suina trasformati per assenza di tracciabilità.

Giova ricordare che la vendita dei formaggi freschi a pasta filata allo stato sfuso mediante preincarto è vietata nei punti vendita non annessi ai caseifici di produzione. Quest’ultima irregolarità è molto ricorrente perché la mozzarella venduta nella sua originaria confezione è associata dai consumatori ad un prodotto industriale. Molti operatori commerciali per superare questa erroneo convincimento dei consumatori sono soliti aprire le confezioni contenenti le mozzarelle per venderle allo stato sfuso. Così facendo il prodotto alimentare perde la sua tracciabilità con la conseguenza di non poter essere più posto in commercio in quanto manchevole delle indicazioni obbligatorie in materia di etichettatura che erano presenti sull’originaria confezione applicata nello stabilimento di produzione.

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