Di Maio liquida azienda di famiglia. Arrivano ordini demolizione manufatti abusivi

di Redazione

Il vicepremier, Luigi Di Maio, ha sciolto l’azienda di famiglia Ardima srl, finita al centro delle polemiche per la presenza di lavoratori in nero. Lo si apprende da fonti interne al Movimento 5 Stelle. Di Maio ha nominato liquidatore il fratello Giuseppe. Il ministro del Lavoro, che aveva già annunciato la liquidazione dell’azienda nella giornata di lunedì, l’ha effettivamente messa in atto assieme alla sorella Rosalba.

A breve, però, arriveranno alla sede legale della Ardima gli atti dell’avvio del procedimento per l’abbattimento dei manufatti abusivi e per la rimozione dei rifiuti presenti sul terreno a Mariglianella di comproprietà del papà e della zia del vicepremier Luigi. Gli atti sono stati consegnati all’ufficio protocollo del Comune di Pomigliano d’Arco, dove risiede Antonio Di Maio, e inviati per raccomandata anche al Comune di Loano (Reggio Emilia), dove vive la sorella. Un atto dovuto, quello dell’avvio del procedimento, dopo che i vigili urbani di Mariglianella hanno effettuato i controlli sulla proprietà dei Di Maio in via Umberto I, riscontrando quattro manufatti che dai primi accertamenti risultano essere abusivi, e la presenza di rifiuti inerti, per lo più scarti edili, su tre piazzole dello stesso terreno. Gli agenti della Polizia municipale hanno fatto quindi scattare i sigilli per i presunti abusi e per la presenza dei rifiuti, inviando gli atti alla Procura di Nola. In seguito a tutto ciò l’avvio del procedimento da parte degli uffici comunali, che potrebbe portare all’ordinanza di abbattimento e di ripristino dei luoghi.

Con la notifica del’avvio del procedimento Antonio Di Maio e la sorella, proprietari del terreno, avranno una decina di giorni a disposizione per presentare le proprie controdeduzioni al procedimento, scaduti i quali il sindaco del Comune, Felice Di Maiolo, deciderà se emettere o meno l’ordinanza con la quale intima l’abbattimento dei quattro manufatti abusivi e la rimozione dei rifiuti. Entro ulteriori 90 giorni dall’ordinanza, poi, Antonio Di Maio e sua sorella dovranno provvedere a proprie spese al ripristino dello stato dei luoghi, ed in caso contrario il Comune potrebbe avviare la procedura di acquisizione dei beni sequestrati e provvedere, con risorse finanziarie proprie ma in danno ai proprietari, all’abbattimento ed alla rimozione dei rifiuti.

“Di Maio da una settimana è vittima di attacchi di ogni tipo: basta. Chiedo a quelli che attaccano in maniera gratuita e preventiva me, Luigi, Conte e il governo di giudicare dai fatti, dai risultati e dagli obiettivi. Non andate a sbirciare dal buco della serratura”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini in una diretta Facebook.

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