“Dopo il voto del Comitato per il commercio dell’Unione europea, la decisione sul ripristino dei dazi sul riso proveniente da Birmania e Myanmar spetta ora alla Commissione europea. Per questo ho scritto alla commissaria Ue per il commercio Cecilia Malmstrom – e per conoscenza al presidente Jean Claude Juncker e al commissario all’agricoltura Phil Hogan – al fine di sollecitare una decisione rapida in favore dell’adozione della clausola di salvaguardia. Lo ha reso noto Nicola Caputo, parlamentare europeo del Pd e coordinatore del gruppo S&D nella commissione agricoltura del Parlamento europeo.
I risicoltori italiani sono 4mila e da soli producono il 50% di tutto il riso coltivato in Europa. Sono stati i primi a denunciare che la concessione di condizioni agevolate ai Paesi dell’Est asiatico, secondo la clausola “Everything but the arms”, causa gravi ripercussioni sui ricavi dei coltivatori. Appena insediato al Parlamento europeo – segnala Caputo – chiesi alla Commissione di applicare all’importazione di riso dalla Cambogia la clausola di salvaguardia prevista dal regolamento Ue 978/2012 sul trattamento preferenziale accordato dall’Unione alle importazioni dai paesi terzi meno avanzati”.
“Secondo i dati della CE – spiega ancora l’eurodeputato – nel periodo settembre 2012-agosto 2017 l’importazione dalla Cambogia e dal Myanmar è gradualmente aumentata fino a colpire oltre il 30 per cento delle importazioni totali. Nello stesso periodo, la produzione dell’Ue è diminuita del 40% e il prezzo è sceso tra il 20% e il 40%. Ho chiesto alla Commissione di essere coerente con i risultati dell’indagine in questione che dimostra chiaramente che il riso prodotto in Cambogia e Myanmar raggiunge il mercato dell’UE in termini di volumi e livelli dei prezzi tali da causare gravi difficoltà agli operatori europei del settore. E’ necessario – conclude l’eurodeputato – che la Commissione europea prenda una decisione in tempi rapidi ricorrendo alla clausola di salvaguardia sull’import di riso proveniente dall’Asia”.