Quattro arresti domiciliari per voto di scambio a Maddaloni, in provincia di Caserta, sono stati notificati dai poliziotti della Squadra mobile di Caserta a Teresa Esposito, sorella del boss Antonio Esposito, ai suoi due fratelli Giovanni ed Edoardo e alla madre dei fratelli, Carmela Di Caprio. Le accuse sono di corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso. Teresa Esposito era stata candidata alle ultime elezioni amministrative a Maddaloni, risultando seconda con una lista civica, “Orientiamo Maddaloni”, a sostegno dell’attuale sindaco Andrea De Filippo che ottenne il 59,4% dei voti. Malgrado i 297 voti presi la Esposito non venne eletta. Tra gli indagati risulta anche lo stesso De Filippo.
Dalle indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, è emerso gli indagati promettevano denaro, posti di lavoro in aziende comunali e anche, in un particolare episodio, la promessa a un imprenditore della distribuzione di gas, di fare controlli vessatori a una impresa concorrente in cambio di un pacchetto di voti. Non solo. A quanto pare Giovanni Esposito, fratello del boss Antonio, avrebbe permesso a decine di persone di ricevere anche la cresima senza frequentare alcun corso di preparazione. Un contatto, non contestato dal punto di vista penale, con un sacerdote di Arzano avrebbe permesso questo “scambio” di favori.
Tra i capi di imputazione figurano anche le minacce rivolte a coloro che in quella tornata elettorale non votarono Teresa Esposito, malgrado la promessa della propria preferenza. Qualche settimana prima del voto, infatti, al fratello boss, venne comminato un ergastolo in primo grado, e questo attenuò sensibilmente il potere intimidatorio di Teresa Esposito. Dalle intercettazioni è emersa una vera e propria caccia al traditore, visto che Teresa si attendeva un centinaio di voti in più rispetto a quelli poi presi. Il suo obiettivo, comunque, non era fare l’assessore, una carica che l’avrebbe esposta troppo, ma la consigliera comunale.
Edoardo Esposito, fratello di Teresa, minacciò platealmente in udienza il pm della Dda di Napoli Luigi Landolfi, il sostituto che ha coordinato l’indagine odierna. “Ti taglio la testa”, urlò Edoardo Esposito al pm nel maggio scorso, al termine del processo che aveva condannato all’ergastolo per omicidio il fratello dell’uomo, il boss della camorra maddalonese Antonio Esposito.
La rabbia di Edoardo Esposito scattò alla lettura della sentenza da parte della Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere; seduto al primo piano dell’aula, nella zona riservata al pubblico, prima sbatté la testa contro il vetro, e poi lanciò offese e minacce al pm. Dopo l’udienza, Esposito fu denunciato per oltraggio e minacce. In quella circostanza, il boss Antonio Esposito venne condannato per l’omicidio di Daniele Panupucci, avvenuto a Maddaloni nel 2016 e maturato nell’ambito dello spaccio di droga.