Aversa, gli studenti del Liceo Jommelli alla scoperta di Roma

di Redazione

Una giornata straordinaria per le classi Seconda, Quarta e Quinta E dell’indirizzo scienze umane del Liceo “Jommelli” di Aversa diretto da Rosa Celardo. Accompagnati dalle docenti responsabili del progetto “Roma Capitale”, Maria Rosaria Giordano e Nicoletta Di Ronza, gli studenti hanno avuto la possibilità di visitare Palazzo Braschi e la mostra su Ovidio allestita presso le Scuderie del Quirinale.

Situato nel cuore rinascimentale di Roma, tra piazza Navona e corso Vittorio Emanuele II, Palazzo Braschi viene progettato dall’architetto Cosimo Morelli per incarico di Papa Pio VI che vuole donarlo al nipote, Luigi Braschi Onesti. Alla realizzazione dell’edificio si fa fronte con le ricchezze che il Pontefice fa affluire nelle casse del nipote Luigi, grazie all’attribuzione spregiudicata di numerosi privilegi. Palazzo Braschi rappresenta dunque una delle ultime testimonianze di nepotismo pontificio prima delle trasformazioni politiche e culturali indotte dalla rivoluzione francese.

La costruzione del nuovo edificio inizia nel 1792 sulla stessa area del quattrocentesco palazzo Orsini, fatto demolire l’anno precedente. I lavori si interrompono per l’occupazione francese del 1798 (durante la quale papa Pio VI muore in esilio) e riprendono nel 1802. Già nel 1804 lo scalone monumentale è ultimato e forse anche la cappella del primo piano, attribuita a Giuseppe Valadier. I problemi economici del duca Luigi Braschi Onesti non permettono di completare le decorazioni del palazzo che alla sua morte, nel 1816, rimangono parzialmente incompiute.

Nel 1871, gli eredi Braschi vendono il palazzo allo Stato Italiano, che lo utilizza inizialmente come sede del Ministero dell’Interno e, successivamente, come sede di varie istituzioni fasciste. Dopo la guerra (fino al 1949) vi alloggiano trecento famiglie di senzatetto e l’uso abituale di fuochi interni arreca gravi danni agli affreschi e ai pavimenti. Il palazzo viene anche fatto oggetto di numerose demolizioni e ruberie. Dal 1952 è sede del Museo di Roma ma soltanto nel 1990 la proprietà del palazzo passa all’Amministrazione capitolina. Chiuso per inagibilità nel 1987, l’edificio viene sottoposto a complessi e ingenti lavori di ristrutturazione e restauro. Riapre al pubblico nel 2002, benché il recupero interno dei piani superiori non sia ancora ultimato. Nel 2017 si inaugura il nuovo allestimento, concepito come un itinerario tematico attraverso le sale del secondo e terzo piano. Il primo piano del museo è invece destinato a ospitare le mostre temporanee.

Grande interesse degli studenti anche per la mostra su Ovidio. Tra gli autori della latinità, Publio Ovidio Nasone è sicuramente uno dei più amati; i suoi versi, che parlino d’amore, di miti o delle storie degli dèi restituiscono sempre a ognuno l’immagine di un mondo vivo e culturalmente dinamico. Ma cosa hanno in comune la scrittura e l’immagine? Come sottolineare l’importanza delle parole attraverso le opere? Come raccontare l’importanza nella storia occidentale di un poeta come Ovidio attraverso altre arti, altri artisti, altre forme? Queste le domande alle quali la mostra delle Scuderie del Quirinale intende rispondere in maniera semplice e rigorosa, coinvolgente e sorprendente lungo un percorso tematico che affronta la vita di Ovidio e l’influenza della sua opera letteraria sia sulla sua epoca che sull’Occidente arrivando fino ai giorni nostri. Oltre 200 opere tra affreschi e sculture antiche, preziosissimi manoscritti medievali e dipinti di età moderna accompagneranno il racconto della vita del poeta e dei temi al centro dei suoi scritti: l’amore, la seduzione, il rapporto con il potere e il mito.

La mostra, curata da Francesca Ghedini, è l’occasione, nell’alveo del bimillenario ovidiano, per presentare le caratteristiche della società romana della prima età imperiale, ricostruite attraverso il filtro della poesia di Ovidio che nel tempo ha contribuito a delineare i contorni della cultura occidentale. All’interno delle sale espositive delle Scuderie si snodano diversi percorsi di visita tra opere, parole ed esperienze di laboratorio; in città un ricco programma di incontri, letture per riscoprire la complessità dell’universo ovidiano. “Una giornata di grande valenza culturale per i nostri alunni – commentano le docenti Giordano e Di Ronza. Certamente, la didattica decentrata rappresenta una possibilità di crescita per insegnanti e studenti”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico