«Manifesto – L’architettura in 10 punti». Questo il tema del convegno in programma per mercoledì 12 dicembre prossimo, alle 10, all’istituto tecnico «Gaetano Andreozzi» di Aversa. L’iniziativa sarà presentata da Rossella Bicco (nella foto), presidente dell’Ordine degli Architetti di Caserta, e Giancarlo Pignataro, presidente della Commissione Cultura dell’Ordine e architetti redattori del progetto. L’iniziativa vuole essere un’occasione di informazione per i docenti ed orientamento professionale per gli alunni. Il Convegno della durata di tre ore si articolerà con diversi interventi, dopo i saluti della dirigente scolastica Maria Gallo e la presentazione della conferenza da parte della professoressa Tiziana Masarone.
Il primo modulo guarda alla figura dell’architetto che vive il suo ruolo come «padrone della tecnica e fautore della bellezza, regista del processo creativo e costruttivo e responsabile della qualità del suo lavoro e delle ripercussioni dello stesso sulla collettività». Il secondo definisce il Progetto come «procedimento logico-scientifico teso alla creazione degli spazi e oggetti per le attività umane, che non deve allontanarsi dall’idea che una buona architettura influenzi la società». Si passa all’Etica: «Nella professione l’architetto raccoglie i doveri e gli obblighi indirizzati al perseguimento di obiettivi collettivi, espletati attraverso la validità e la lealtà del proprio operato».
Ancora, la Preesistenza quale «insieme di elementi appartenenti a epoche diverse che, per determinati motivi naturali e non, connotano il paesaggio, formando lo spazio. La loro specificità, il valore e l’immanenza universale innescano il mutuo dialogo tra le parti». Si passa, poi, al Paesaggio: «L’ambito in cui l’architetto deve intervenire contemperando le necessità di trasformazione con quelle di tutela». Poi, ancora, la Città: «Come luogo in cui l’architettura deve smettere di esibire esclusivamente se stessa (manifestazione vacua, estranea o, addirittura ostile), in maniera slegata dal contesto, ma deve essere capace di assecondare le esigenze di spazio e relazioni».
Si passa, poi, alla Sostenibilità: «L’architettura infatti deve accogliere la sfida dei mutamenti in atto, senza dimenticare di preservare la continuità, servendosi delle tecnologie come mezzo e non come fine della ricerca architettonica». Ancora, la Multiculturalità: «il dialogo tra forme, linguaggi, luoghi, funzioni e si sviluppa nella capacità della città di gestire sia le relazioni primarie sia le relazioni transitorie. L’architetto, pertanto, è chiamato a riflettere sui contenuti sociali e collettivi della propria cultura, considerando anche le espressioni eteroctone».
Si chiude con la Contemporaneità: «colmando la tradizionale distanza che esiste tra ricerca architettonica e costruzione reale del paesaggio, l’architetto si deve riappropriare della sua responsabilità di autore contemporaneo e deve ritrovare il rigore teorico».