Due morti e almeno 17 feriti è il bilancio di una tremenda esplosione in un’area di servizio sulla via Salaria a Borgo Quinzio, in provincia di Rieti. Tra le vittime un vigile del fuoco, Stefano Colasanti, e un uomo che, al momento dello scoppio, si trovava vicino al distributore. Tra i feriti ci sono altri sette vigili del fuoco, giunti sul posto prima del boato dai distaccamenti di Poggio Mirteto e Montelibretti proprio per provare a sedare le fiamme, e alcuni soccorritori del 118 rimasti ustionati al volto. Sei feriti sono gravi e sono stati trasportati dal 118 in diversi ospedali con ustioni e traumi. La procura della Repubblica di Rieti ha aperto un’inchiesta. Il fascicolo è stato assegnato al pm Cusano e ai sostituti Maruotti e Francia. A renderlo noto è il questore di Rieti, Antonio Mannoni.
Secondo una prima ricostruzione, nel primo pomeriggio, intorno alle 14.30, a prendere fuoco – per cause ancora da precisare – sarebbe stata un’autocisterna carica al momento del travaso del carburante. L’esplosione si sarebbe verificata solo una mezz’ora più tardi, quando erano già al lavoro le prime squadre di Vigili del fuoco e 118. Sette i pompieri e due i soccorritori rimasti feriti. Sul posto due elicotteri del 118, un’automedica e otto ambulanze. “C’è stato un primo incendio e mentre i vigili del fuoco e il 118 stavano operando è avvenuta una violentissima esplosione”.
Sarebbe stata una perdita di gpl a causare l’incendio e poi l’esplosione. “Al momento è ancora molto complicato stabilire con esattezza quello che è successo, vista la mancanza di dettagli e testimonianze”, sostiene Andrea Rotella, esperto e consulente in materia di sicurezza sul lavoro e autore delle diverse edizioni del Manuale sulla Sicurezza sul Lavoro. “Dai primi filmati però si può intravedere un incendio al di fuori dell’autocisterna che investe il distributore e la cisterna. È probabile che l’incendio sia nato da una perdita di gpl, la quale comporta una emissione di vapori che per essere innescati necessitano anche solo di una carica elettrostatica. Una volta partito l’incendio – sottolinea Rotella -, è necessario un intervento rapido per spegnerlo altrimenti le conseguenze rischiano di diventare disastrose. All’interno dell’autocisterna, il gpl è presente contemporaneamente in fase liquida e in fase vapore. Se la cisterna è esposta al calore di un incendio esterno, il gpl al suo interno si riscalda e la pressione interna della cisterna aumenta. Se la cisterna non viene raffreddata con abbondanti getti d’acqua, che è proprio quello che sembra stessero facendo i vigili del fuoco intervenuti sul posto, il gpl potrebbe superare la sua temperatura critica, oltre la quale la fase liquida evapora quasi istantaneamente. A Rieti è possibile che sia successo proprio questo: il cedimento delle pareti della cisterna potrebbe aver provocato la proiezione violenta di frammenti della stessa, seguiti dall’esplosione dei vapori di gpl rilasciati nell’aria, che genera una gigantesca fireball, palla di fuoco, con gravi conseguenze per tutte le persone che si trovano nel raggio di molte decine di metri”.
Il vigile del fuoco morto non era nella squadra di soccorsi giunta sul posto. La vittima, Stefano Colasanti, era in servizio ma diretta a Roma. L’uomo si è fermato quando ha visto l’incendio per aiutare le persone coinvolte. Molto probabilmente è stato investito dalla seconda deflagrazione ed è morto. Aveva 50 anni ed era nei vigili del fuoco da 21 anni. Suo fratello, in servizio presso la Questura di Rieti ha scoperto la tragica notizia intervenendo sul luogo dell’esplosione. Colasanti era conosciuto a Rieti per la sua attività di sindacalista della Uil ma anche per essere allenatore della squadra di Calcio a 5 femminile del Cittaducale. La seconda vittima, invece, si era fermata con la sua auto perché incuriosita dall’incendio. L’uomo era nella sua macchina, a circa dieci metri dalla pompa di benzina quando è stato investito dalla deflagrazione.
Il 4 dicembre, in occasione dei festeggiamenti di Santa Barbara presso la caserma di Rieti, Colasanti aveva preso parte a una delle esercitazioni. “Lui faceva il morto durante la simulazione dei soccorsi per l’esplosione di una cisterna di Gpl”, raccontano i colleghi trattenendo le lacrime. “E’ morto perché prima per noi vengono gli altri”, dice un collega ancora sconvolto. “Abbiamo sentito un botto pazzesco, pensavamo fosse il terremoto”. È il racconto di alcuni residenti delle case non molto distanti dal distributore dove è avvenuta l’esplosione. “Abbiamo avuto paura – raccontano -. In alcune case qui vicino il boato ha frantumato anche i vetri”.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso la sua vicinanza alle famiglie delle persone coinvolte nell’incidente. “Alle famiglie delle vittime – ha sottolineato in un comunicato – va il mio sentito cordoglio e ai feriti gli auguri di pronta guarigione”. Mattarella ha anche inviato un messaggio al prefetto Bruno Frattasi, capo dipartimento dei vigili del fuoco, nel quale ha espresso la sua vicinanza e la sua solidarietà per la scomparsa del vigile Stefano Colasanti.
“Un pensiero commosso alle famiglie che stanno soffrendo e un grazie, per l’ennesima volta, agli eroici soccorritori. Da ministro faccio e farò di tutto per tutelare le donne e gli uomini che lavorano per la sicurezza degli Italiani, migliorando le condizioni lavorative e aumentando il personale”. Lo afferma il ministro degli Interni Matteo Salvini. Esprime cordoglio anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “Voglio esprimere il mio personale cordoglio e quello di tutta l’Amministrazione regionale per le vittime della tragedia avvenuta questo pomeriggio sulla Via Salaria”. L’Aula del Senato ha osservato un minuto di silenzio per le vittime dell’esplosione. A parlare in Aula dell’incidente era stata la senatrice Dem Anna Maria Parente.
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