Venerdì 14 dicembre, alle ore 10.30, si svolgerà la cerimonia di inaugurazione della sede dell’associazione “Wendy”, in via Francesco Serao, a San Cipriano d’Aversa, presso la scuola dell’infanzia dell’istituto comprensivo “De Mare”, messa a disposizione dall’amministrazione comunale.
Alla manifestazione interverranno il sindaco Vincenzo Caterino, Rachele Serao, vicesindaco uscente e delegata all’Ambiente e allo Sport, il presidente della Provincia di Caserta, Giorgio Magliocca, il presidente dell’associazione Wendy, Antonio Capasso, e la fondatrice Elisabetta Corvino, con la partecipazione dell’Orchestra Futura della Scuola D’Ovidio-Nicolardi di Napoli. Sono invitati tutti i sindaci dell’agro, i dirigenti scolastici delle scuole del territorio, le associazioni locali e l’intera comunità.
L’associazione nasce a Casal di Principe e si dedica ormai da anni alle fasce più deboli della popolazione, persone con particolari disagi e soprattutto con disabilità. Wendy, nella favola di Peter Pan, è la ragazzina che si prende cura dei bambini perduti. Lo scopo dell’associazione è proprio quello di avere cura delle persone che hanno più necessità di aiuto e di portare i loro bisogni nelle sedi istituzionali, collaborando con il governo del territorio per trovare soluzioni per le problematiche delle loro famiglie. L’emozionante esperienza con i “ragazzi speciali” del Progetto Wendy vede impegnati da quattro anni molti volontari in laboratori artistico-espressivi, musicali e teatrali rivolti a ragazzi con disabilità del territorio di Casal di Principe, San Cipriano e paesi limitrofi. Si tratta di giovani che, conclusa la loro esperienza scolastica e raggiunta la maggiora età, non hanno più vita di relazione e trascorrono chiusi in casa la loro vita, dimenticati dalla società e da quelle istituzioni che dovrebbero tutelare proprio loro, prima di tutti gli altri.
Quest’anno il comune di San Cipriano d’Aversa ha assegnato in comodato d’uso gratuito i propri locali ai ragazzi della “Wendy” perché non avendo una fissa dimora sono stati costretti ad appoggiarsi di volta in volta in luoghi diversi: parrocchie, scuole e saloni comunali. La mancanza di una vera e propria sede ha impedito una programmazione certa e continua delle iniziative, oltre che la custodia delle attrezzature reperite nel tempo.