George Herbert Walker Bush, 41esimo presidente degli Stati Uniti, è morto all’età di 94 anni. Lo ha reso noto il figlio George Walker Bush, che fu presidente per due mandati. Bush senior, che da anni soffriva del morbo di Parkinson ed era costretto su di una sedia a rotelle, fu alla Casa Bianca dal 1989 al 1993 e si occupò principalmente di politica estera. In diverse occasioni aveva preso le distanze dall’attuale presidente Donald Trump.
George H. W. Bush, eroe della seconda guerra mondiale, fu presidente per un solo mandato dal 1989 al 1993. Alla Casa Bianca si occupò soprattutto di politica estera: da “Giusta Causa” a Panama a “Riporta Speranza” in Somalia, passando per la prima invasione dell’Iraq sullo sfondo del crollo del Muro di Berlino arrivando a raccogliere oltre il 90% dei consensi in anni di cambiamenti epocali che al politologo Francis Fukuyama avevano fatto parlare di “fine della storia”. Nel periodo della fine della Guerra fredda, visse il suo momento più alto di popolarità con la Guerra del Golfo del 1991, quando gli Usa sconfissero l’Iraq dopo l’invasione del Kuwait.
Popolarità che fu poi travolta dalla crisi economica di quegli anni che lo condannò ad essere presidente di un solo mandato. A batterlo alle urne fu Bill Clinton. Dopo la peggior sconfitta elettorale in 80 anni (ottenne solo il 37% dei voti), fu contento di lasciare Washington. Quel giorno chiuse per sempre con la politica attiva. “Nonno a tempo pieno”, disse, per tornare alla ribalta solo due volte, in coppia con Clinton, cooptato a Kennebunkport come “pecora nera della famiglia Bush”: nel 2004 per le vittime dello tsunami in Asia, l’anno dopo per gli sfollati di Katrina.
Negli ultimi anni era stato ricoverato più volte, ma era sempre riuscito a riprendersi, non nascondendo in diverse occasioni anche la sua avversità verso le posizioni dell’attuale presidente Donald Trump, che alle primarie del 2016 sconfisse l’altro suo figlio, Jeb Bush. Sette mesi fa era scomparsa la moglie, l’ex first lady Barbara Bush.