“La Sposa Prigioniera”, in scena nell’ambito del festival “Quartieri di Vita”, al teatro Nest di San Giovanni a Teduccio, a Napoli, è frutto di un percorso che l’autore e regista Gianni Spezzano ha intrapreso con il gruppo teatrale #GiovaniO’Nest composto da ragazzi under 25 del territorio e della periferia che si sono formati nel 2016 proprio grazie all’esperienza di Quartieri di vita.
Dopo tre mesi dedicati alla costruzione di un linguaggio comune a partire dalla biomeccanica di Mejerchol’d, sono seguite varie sessioni dedicate all’analisi del testo. L’ultima fase, iniziata a giugno del 2018, è quella della messinscena del testo, con la partecipazione di tutti i ragazzi, che sul palco hanno vestito i panni non solo di attori, ma anche di scenografi, disegnatori luci, costumisti, tecnici, in un cammino di formazione che include tutte le professioni del mondo del teatro.
“La Sposa Prigioniera” è il terzo capitolo della trilogia su Napoli, che segue i testi “Bambolina” e “Donna di Cuori”, un progetto ideato dal drammaturgo e regista Gianni Spezzano con il coordinamento artistico di Adriano Pantaleo, Francesco Di Leva e Giuseppe Gaudino. “E’ un dovere di Stato sostenere queste realtà teatrali”, così il direttore artistico del festival, Ruggero Cappuccio, presente alla prima dello spettacolo insieme al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
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