Tanta paura, case crollate, chiese danneggiate ma per fortuna nessuna vittima. Solo feriti lievi. E’ il bilancio del terremoto di magnitudo 4.8 che alle 3.19 ha scosso i paesi dell’Etna nella zona nord di Catania tra Viagrande e Trecastagni. La superficialità dell’ipocentro del sisma, a solo un chilometro di profondità, ha contribuito ad amplificare l’effetto della scossa, che è stata nettamente avvertita anche a Taormina, nel Siracusano e nel Ragusano. I feriti sono 28 e sono tutti lievi; in 10 sono stati portati al pronto soccorso (2 in codice giallo, 8 in codice verde), altri 18 sono andati da soli a farsi controllare in ospedale. Il capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, è volato in Sicilia per fare il punto della situazione. Chiuso, per precauzione, un tratto della A18 Catania-Messina; uscita obbligatoria allo svincolo di Acireale.
I danni maggiori sono segnalati al momento nella zona di Zafferana Etnea, dove ci sono stati cedimenti di case vecchie e abbandonate. In particolare nella frazione di Fleri, dove i crolli hanno interessato la vecchia chiesa del paese e dove si sono registrati due feriti, non gravi, con contusioni, escoriazioni e un po’ di sangue e che si considerano dei “miracolati”. “Siamo vivi per miracolo”, ripetono ai cronisti e ai soccorritori. Sono componenti una famiglia di quattro persone – madre, padre e due figli minori – che hanno visto crollare le pareti della loro casa. “Eravamo a letto – ricostruisce il capo famiglia -, ci siamo svegliati di soprassalto e visto le pareti crollarci addosso. Per fortuna i mobili ci hanno protetti dalle macerie: siamo vivi per miracolo”. Altre antiche costruzioni sono crollate sempre a Fleri, Santa Venerina e Zafferana. In molte case le suppellettili sono ‘volate’ da mensole e vetrine e sono cadute a terra, aumentando il senso di paura tra gli abitanti dei locali.
Sono in tutto 28 le persone ferite, tra queste, oltre ai due abitanti di Fleri, anche un uomo a Pisano e uno sempre nella frazione di Zafferana. Quest’ultimo ha 80 anni ed è stato estratto vivo dalle macerie della sua abitazione dove il sisma lo ha sorpreso nel sonno: portato in ospedale con un’ambulanza è stato accettato nel pronto soccorso in codice verde per delle contusioni alla testa. Lo stesso per un abitante di Pisano. Il ferito più grave è una donna; non è in pericolo di vita, ma ha riportato fratture in tutto il corpo.
In molti paesi la gente è scesa per strada e soprattutto le famiglie con bambini hanno deciso di trascorrere la notte in auto per sicurezza. Nella notte la terra sull’Etna ha tremato diverse. Tutti eventi riconducibili all’eruzione in corso da due giorni sull’Etna, che ha fatto registrare un’ulteriore impennata dei valori dei tremori dei suoi condotti magmatici interni, segnale della presenza di grande ‘energia’ e di magma in movimento che spinge sulle pareti dell’edificio vulcanico. “La forte sismicità non ci lascia tranquilli” – afferma il direttore dell’Ingv di Catania, Eugenio Privitera – Vediamo come evolverà. Il terremoto è un evento singolo. La situazione ricorda quella dell’ottobre del 1984 che provocò un morto a Zafferana Etnea: è sempre la faglia di Fiandaca, che quando si muove è pericolosa”.
Quella di questa notte è stata la scossa più violenta da quando è iniziata l’eruzione dell’Etna, la vigilia di Natale. La terra ha continuato a tremare per molte ore: dalla mezzanotte sono state registrate ben 11 scosse di magnitudo nella zona dell’Etna, compresa quella di magnitudo 3.3 poco dopo l’una vicino ad Aci Sant’Antonio. “Non ci sono relazioni tra l’Etna e lo Stromboli perché appartengono a due contesti geodinamici diversi e hanno sistemi di alimentazioni separate”. Lo ha detto Eugenio Privitera, direttore dell’Ingv di Catania, aggiungendo che “siccome sono due vulcani molto attivi è alta la probabilità di una fase eruttiva nello stesso tempo, ma è puramente casuale”.
“Vicino alle popolazioni del Catanese per il terremoto di stanotte. Ringrazio la macchina dei soccorsi che si è subito mobilitata e auguro ai feriti una pronta guarigione”. Lo ha scritto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sui social network. “Stamattina ho sentito il capo del dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, a proposito dell’eruzione dell’Etna e dello sciame sismico che sta interessando la zona di Catania. La Protezione Civile sta monitorando tutto e si sta muovendo con i primi sopralluoghi per valutare le entità dei danni e pianificare gli interventi di assistenza. Domani mattina sarò con Borrelli nel Catanese per incontrare i cittadini e le autorità locali”. Lo scrive su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio.
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