Aversa, eliminare barriere architettoniche? Finora solo chiacchiere

di Antonio Arduino

Aversa – In un paese normale dalle parole si passa ai fatti. In Italia non è così e Aversa non fa eccezione, tant’è che i problemi dei diversamente abili restano malgrado la città abbia un assessore alle Politiche sociali, una Consulta e un Garante. Tutte istituzioni che, a parole, dimostrano la volontà della città di consentire a chi è affetto da limitazioni, in particolare della mobilità, dovute a malattie, incidenti o semplicemente all’età avanzata, di vivere nella maniera più autonoma possibile.

Una volontà che, però, non è seguita da fatti. Infatti, per ottenere la realizzazione del Peba (Piano di abbattimento delle barriere architettoniche), previsto dalla legge, Maria Grazia Mazzoni, esponente del Movimento 5 Stelle, ha dovuto far ricorso al Garante della Regione Campania per i diversamente abili ottenendo una disposizione che impone all’amministrazione di dotarsi di questo strumento, entro 60 giorni, pena la nomina di un commissario ad acta che provvederà a sostituirsi all’amministrazione stessa.

Una vittoria che, tuttavia, si potrebbe etichettare come una “vittoria di Pirro”, vale a dire senza valore, perché mentre si aspettano la realizzazione del Peba e la successiva applicazione passeranno mesi, forse anni, e probabilmente l’amministrazione comunale attuale, così come quelle che l’hanno preceduta negli ultimi 15 anni, non eliminerà in tempi brevi, anzi brevissimi, barriere architettoniche evidenti che creano tanti problemi ai diversamente abili, in particolare a quelli su sedia a rotelle, come l’inaccessibilità dell’ufficio tributi di via De Chirico. Dove, per poter raggiungere l’ufficio, dovrebbero superare una serie di barriere, l’ultima delle quali impossibile, per chi utilizza una sedia a rotelle elettrica, rappresentata dall”ascensore necessario per raggiungere l’ufficio. Non essendo a norma di legge l’ascensore non è in grado di contenere una sedia a rotelle elettrica.

Altre barriere, segnalate inutilmente nel corso degli anni affinché fossero eliminate, sono le scale che rendono impossibile accedere all’ufficio postale di via Corcioni e quelle che impediscono di utilizzare lo sportello del Bancomat Postale dello stesso ufficio di via Corcioni e dell’altro di viale Europa. Ma queste barriere rappresentano solo la punta dell’iceberg di quelle che impediscono ai diversamente abili di vivere una vita quanto più possibile autonoma e normale, perché ne incontrano non solo negli uffici pubblici ma anche negli studi professionali e negli esercizi commerciali, dove, spesso, malgrado esistano delle leggi che lo impongono, mancano finanche i servizi igienici loro dedicati.

Vivere la città per un diversamente abile è un problema, ma lo è anche per i cosiddetti normodotati. Anche per i cittadini senza disabilità, infatti, è difficile camminare ovunque. Tra marciapiedi sporchi di feci canine, occupati incivilmente dai privati o da auto in parcheggio selvaggio, per passeggiare nelle strade di Aversa occorre fare uno slalom fra ostacoli e “cacche”.

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