Nella mattinata di sabato 19 gennaio, a Capodrise, la Polizia di Stato arrestava, in flagranza di reato, per tentata estorsione e maltrattamenti, un uomo di 32 anni. Un equipaggio della squadra Volanti del commissariato di Marcianise si portava presso l’abitazione del giovane a seguito di una chiamata pervenuta dalla madre di lui che, terrorizzata e temendo per la propria vita, riferiva di essere stata vittima dell’ennesima violenta aggressione da parte del figlio.
Giunti sul posto i poliziotti bloccavano immediatamente il giovane sull’uscio di casa, poiché la madre era riuscita a spingerlo fuori dell’abitazione, barricandosi al suo interno. Gli agenti, raggiunta la donna, dopo averla tranquillizzata, ne raccoglievano il disperato racconto. La stessa riferiva che il figlio, tossicodipendente da diversi anni, in preda ad una crisi di astinenza, pretendeva del denaro per l’acquisto delle dosi, aggiungendo che da diversi mesi la situazione si ripeteva pressoché quotidianamente, e che le richieste erano accompagnate da insulti, minacce spintoni e percosse, che temeva che il crescendo di violenze potesse avere un tragico epilogo poiché l’aggressività del giovane non si fermava neppure di fronte alla mancanza di denaro, vivendo la stessa con una modesta pensione di reversibilità. Peraltro, i poliziotti appuravano che lo stato di soggezione della donna era tale che, pur di evitare le violenze del figlio, spesso lo accompagnava con la sua vettura nelle piazze di spaccio per l’acquisto dell’eroina.
Ricostruita la vicenda, accertato che quella mattina il 32enne si era reso protagonista di un’ulteriore grave aggressione, causando alla mamma lesioni giudicate guaribili in cinque giorni, avendola colpita al volto con schiaffi, verificato che lo stesso annoverava un precedente specifico, essendo stato arrestato in passato per lo stesso motivo, gli agenti procedevano al suo arresto e, al termine delle formalità di rito, a condurlo in carcere.
Giovedì 22 gennaio, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, condividendo le risultanze investigative della polizia, convalidava la misura pre-cautelare e, su conforme richiesta della Procura, che ravvisava un grave quadro indiziario a carico del giovane ed un fondato pericolo di reiterazione del reato, applicava nei suoi confronti la misura cautelare della custodia in carcere.