Falsi per un valore stimato di 135 milioni di euro, oltre 700 posti di lavoro in meno e più di 41 milioni di euro di tasse evase: Sono i numeri dell’operazione San Paolo del primo gruppo della guardia di finanza di Genova, diretto dal colonnello Ivan Bixio, e che ha portato a cinque divieti di dimora e a un obbligo di firma, nei confronti di italiani, senegalesi e cinesi, sgominando una intera filiera della contraffazione di prodotti griffati.
I militari hanno effettuato 110 perquisizioni in Liguria, Campania, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. L’operazione è la conclusione di due anni di indagini partite da Genova e che ha portato in totale al sequestro di oltre due milioni di prodotti tarocchi che poi venivano venduti sia sulle bancarelle e per strada ma anche su internet e social network. L’indagine ha consentito di individuare i `laboratori del falso´, risultati base logistica per la produzione ed il confezionamento di prodotti recanti marchi delle maggiori case di moda: in Lombardia venivano fabbricati i clichè per produrre le etichette e i marchi stessi che poi venivano venduti a gruppi di senegalesi o cinesi. Nelle varie regioni poi i prodotti venivano assemblati e immessi nel mercato.
L’indagine di polizia giudiziaria ha consentito di ricostruire il duplice «asse della contraffazione» Brescia-Genova e Milano-Genova, volto alla produzione di minuteria metallica e etichette, riportanti marchi contraffatti di note case di moda nell’hinterland milanese e bresciano ed il successivo trasporto nel territorio genovese, ove avveniva l’assemblaggio finale o lo stoccaggio presso vari laboratori e depositi, al fine di soddisfare un’ampia platea di soggetti africani – prevalentemente di nazionalità senegalese – gravitanti principalmente nella provincia di Genova. A tirare le fila del business genovese erano tre cittadini senegalesi, ora sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di firma.
Nel corso dell’attività sono stati sequestrati, in 8 interventi di riscontro preliminare, oltre 2 milioni di prodotti contraffatti, 1.527 clichè, 1 personal computer portatile, 1 plotter industriale, 1 postazione di lavoro, 1 macchina per sottovuoto, 1 compressore, 1 forno industriale, 2 presse, 1 saldatore, macchine da cucire, punzonatrici e denaro contante. «Il mercato del falso – ha detto il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi – danneggia tutto il settore economico e anche i lavoratori. Ci eravamo prefissati l’obiettivo di riportare la legalità nel centro storico e con questa operazione ci siamo riusciti. Ovviamente è ancora tanto il lavoro da fare».
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