Il giudice civile di Napoli Barbara Gargia ha riconosciuto a Rodolfo Russo, papà di Flavio Russo, vittima innocente di mafia, ucciso a 21 anni, nel 1992, a San Cipriano d’Aversa da un proiettile vagante durante un agguato dei Casalesi, il diritto al vitalizio così come riconosciuto dalla legge sui benefici economici ai familiari delle vittime della criminalità (legge 302 del 1990).
La sentenza, di cui da notizia il legale della famiglia Russo, Gianni Zara, ha accolto l’istanza del papà del giovane ucciso. Flavio faceva volontariato e aveva una grande voglia di vivere. Ma si trovò in un posto sbagliato al momento sbagliato. A San Cipriano d’Aversa, nel 1992, infuriava la faida tra due clan. Flavio venne colpito per errore trovandosi vicino all’abitazione di una persona che era il vero obiettivo dei killer. Un piccolo proiettile, di rimbalzo, penetrò nel corpo di Flavio che in primo momento non accusò il colpo. Poi iniziò a sentirsi male e a sanguinare. Un amico decise di trasportarlo in ospedale dove, però, giunse già senza vita.