Aversa, De Cristofaro rinviato a giudizio per “The Queen”. Ecco tutti gli imputati

di Redazione

Aversa – Il sindaco Enrico De Cristofaro è stato rinviato a giudizio dal gup del tribunale di Napoli Nord nell’ambito del procedimento “The Queen” che ha accesso i riflettori su presunti intrecci tra politica, imprenditori e professionisti tra le province di Napoli e Caserta, derivati dalle indagini a carico dell’ingegnere napoletano Guglielmo La Regina (il cui cognome, tradotto in inglese, ha dato nome all’inchiesta, ndr.). La prima udienza è fissata al 20 febbraio prossimo.

Tra le tante vicende che compongono il consistente quadro accusatorio nei confronti di complessivi 45 indagati, anch’essi tutti rinviati a giudizio, quella che riguarda De Cristofaro risale al periodo antecedente la sua elezione alla carica di sindaco, quando era presidente provinciale dell’Ordine degli Architetti di Caserta. Fatti che solo incidentalmente riguardano Aversa, considerato che si tratta dell’appalto per la ristrutturazione e trasformazione dell’ex carcere mandamentale di via Saporito in “Casa dello Studente”. Struttura mai utilizzata dall’Università ex Sun (attuale “Vanvitelli”), tanto che, di recente, il Comune ha provveduto alla revoca della concessione in uso del bene all’Adisu – Agenzia universitaria per il diritto allo studio, attivando una procedura di riacquisizione del bene a patrimonio comunale.

Sebbene si tratti di una vicenda non legata alla sua carica di sindaco, è certo che le opposizioni, come tra l’altro avevano già sostenuto in occasione della richiesta di rinvio a giudizio del primo cittadino, chiederanno a De Cristofaro di lasciare la sua poltrona pur non essendone obbligato, dal momento che la vicenda non rientra tra i criteri di sospensione e decadenza degli amministratori locali in condizione di incandidabilità. Del resto, lo stesso De Cristofaro di recente, su queste colonne, aveva manifestato la volontà di restare in carica nonostante arrivasse il rinvio a giudizio (leggi qui).

Intanto, nelle vicende legate all’inchiesta “The Queen” spunta anche l’ombra della camorra dopo le rivelazioni del collaboratore di giustizia Nicola Schiavone, figlio del boss Francesco “Sandokan”, secondo il quale il clan dei casalesi era in stretti rapporti con alcuni imprenditori indagati. Un sistema che, secondo l’accusa, prevedeva che le commissioni chiamate a decidere sulle gare pubbliche fossero composte in base alle “esigenze” di politici e camorristi. Fondamentale era anche il ricorso ai subappalti (leggi qui).

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