Cesare Battisti torna in Italia dopo arresto in Bolivia: per lui ergastolo senza benefici

di Redazione

Cesare Battisti è arrivato in Italia. L’aereo, proveniente dalla Bolivia, su cui viaggiava il terrorista è atterrato alle 11:36 allo scalo romano di Ciampino. Battisti è stato arrestato sabato a Santa Cruz de La Sierra. Per l’ex leader dei Pac, condannato all’ergastolo, ora si aprono le porte del carcere di Oristano. “Ora so che andrò in prigione”, ha dichiarato Battisti ai funzionari dell’Antiterrorismo.

Battisti è sceso, senza manette, accennando anche un sorriso dall’aereo che lo ha riportato in Italia dalla Bolivia. Ad attendere il suo arrivo il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e il titolare del Viminale, Matteo Salvini. Ha rivolto qualche parola agli agenti che lo tenevano sotto braccio. E’ stato quindi portato all’interno di una saletta dello scalo romano. Dopo poco più di un’ora, Battisti ha lasciato Ciampino a bordo di un’auto della polizia. Sull’aereo che lo riportava in Italia, Battisti ha parlato della sua vita ma anche della fuga dal Brasile alla Bolivia. L’ex terrorista dei Pac, secondo quanto si apprende da fonti investigative, per tutto il viaggio non ha mostrato segni di disperazione nonostante lo attendesse il carcere a vita: in volo è stato tranquillo e ha dormito per diverso tempo

Battisti rientra nei casi dell’ergastolo ostativo, ossia senza la possibilità di ottenere benefici nell’esecuzione della pena, almeno se le condizioni non mutano. Lo hanno spiegato il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso e il sostituto pg Antonio Lamanna, sottolineando, inoltre, come siano ancora in corso indagini per individuare la rete di fiancheggiatori che ha permesso e facilitato la latitanza di Battisti. Sarà in cella da solo, per sei mesi di isolamento diurno. Non è escluso che venga poi trasferito in un altro penitenziario italiano di massima sicurezza.

“Finalmente l’assassino comunista Cesare Battisti torna nelle patrie galere. Giornata storica per l’Italia, state con noi”. Così Salvini ha scritto su Twitter trasmettendo l’arrivo di Cesare Battisti in Italia dalla Bolivia. “Ci sono voluti 37 anni per vedere qui questo balordo che mi sembrava sogghignante nonostante i morti che ha sulle spalle. Comunque, una bella soddisfazione”, ha aggiunto.  “A nome di 60 milioni di italiani ringrazio le forze dell’ordine. Il clima è cambiato, chi sbaglia paga. Va in carcere un assassino, un delinquente che non ha mai chiesto scusa”, ha aggiunto il vicepremier nella conferenza stampa approntata sulla pista dell’aeroporto di Ciampino. L’arresto di Cesare Battisti, ha quindi sottolineato, non è un “punto d’arrivo ma un punto partenza. Sono sicuro che le forze dell’ordine, con i servizi d’intelligence, potranno riassicurare alle galere altre decine di delinquenti, vigliacchi e assassini che sono in giro per il mondo a godersi la vita”.

La cattura di Cesare Battisti, secondo il premier, Giuseppe Conte, è “un grande risultato che dovevamo non solo in astratto perché avesse effettività la giustizia, ma soprattutto ai familiari delle vittime”. Conte ha quindi sottolineato il “grande lavoro di squadra” non solo a livello di governo ma anche “con le forze di intelligence, di polizia, di Interpol, a tutti i livelli”. “Osservo solo – ha quindi spiegato il presidente del Consiglio – che abbiamo garantito il percorso più sicuro e veloce perché Battisti arrivasse in Italia: ho parlato con il presidente del Brasile e ribadisco il grazie del governo sul cambiamento di rotta che è stato determinato. Grazie anche al governo boliviano per la collaborazione”.

Fonti del Viminale hanno riferito di una “lunga, cordiale e costruttiva telefonata tra il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, e Matteo Salvini. “Gli ho ribadito l’enorme grazie a nome di 60 milioni di italiani per averci permesso di chiudere positivamente la questione Battisti e ci siamo impegnati ad incontrarci presto in Brasile o in Italia per rinsaldare i legami tra i nostri popoli, i nostri governi e la nostra amicizia personale”, ha affermato il ministro.

Il capo della polizia, Franco Gabrielli, ha ringraziato il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro. “Grazie alla posizione che ha assunto, che ha tolto quelle protezioni di cui godeva prima Battisti durante la presidenza Lula, siamo stati favoriti nel portare a termine l’operazione”.

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