Lusciano – Ho deciso di scrivere questa lettera dopo un’attenta riflessione, ho atteso più di una settimana dal consiglio comunale del 27 dicembre scorso per maturare delle idee precise su quello che era accaduto. Durante lo svolgimento della mia interpellanza sullo spostamento del mercato di Trentola nel territorio di Lusciano sono accaduti tumulti che mai avrei pensato di vedere ed ascoltare in una sede istituzionale, qual è la sala consiliare. Certamente il tema era importante e da parte mia c’era la volontà di chiarire gravi errori tecnici (che sono stati certificati), nonché comprendere molti aspetti del famoso protocollo di intesa; purtroppo, molte delle mie domande sono rimaste disattese o hanno avuto risposte imbarazzanti da parte del sindaco.
E’ scoppiato invece il caos, il sindaco durante la mia replica ha continuamente attaccato la mia “persona” prima con offese lievi (“pagliaccio”), poi comunicando al Consiglio che lui ha gli attributi (“le p***e”), infine alle mie rimostranze sul suo linguaggio scurrile ha incalzato descrivendomi più volte come “un pezzo di m***a”. In seguito urla varie hanno fatto il resto e mentre la presidente stava interrompendo il consiglio per tumulti, il sindaco ha continuato facendomi sapere che “lui è una persona per bene ma ha amici la cui testa non sarebbe buona”, poi al mio abbandono dopo tali minacce ha continuato che mi “avrebbe spezzato”. Il ruolo di minoranza richiede una certa attenzione al controllo degli atti; per la maggioranza può risultare pedante ed antipatico, ma proprio per questo risulta fondamentale negli equilibri democratici e nella difesa degli interessi della cittadinanza tutta. Certamente la discussione politica può a volte trascendere in accesi dibattiti in cui sono normali urla ed alterazioni ma le offese personali e le minacce fuoriescono dalla normale dialettica e rientrano in un malcostume che mal si sopporta in qualsiasi contesto sociale.
Onestamente tanta rabbia è sfociata in odio e l’odio in politica fa paura, specie se minaccia vendetta. Stonano sia la natura delle parole sia la fonte; il sindaco, in quanto massima autorità sul territorio, dovrebbe rappresentare un esempio di legalità e correttezza istituzionale, dovrebbe lui stesso garantire le minoranze nei loro compiti, dovrebbe favorirne l’opera, tutelare anche la nostra libertà di intervento in consiglio rispetto ad attacchi fuori ruolo da parte di altri consiglieri(che pure sono avvenuti in questo consiglio e nei precedenti), invece è lui stesso che in un ulteriore intervento al rientro in aula ha sottolineato la pretesa che non si dica in consiglio che segretario e sindaco fanno degli errori, in pratica fa richieste di astensione dalla critica come in una dittatura. Mi duole sottolineare che nessuno dei membri della maggioranza ha provato a correggere l’atteggiamento irriguardoso del primo cittadino (quindi condividono il suo modo di fare?), purtroppo lo stesso sindaco non ha ricevuto richiami formali nonché ammonizioni dalla presidenza.
A distanza di otto giorni nessun gesto formale è stato compiuto da nessuno, né spiegazioni, né scuse, quindi evidentemente o si vuole evitare di parlarne o da parte dell’amministrazione Esposito si pensa che i consigli comunali vadano gestiti così. Ci rendiamo conto che, dopo aver sdoganato insulti e minacce senza prendere provvedimenti, ogni cosa può essere concessa nel nostro consesso? A voi va bene così? Ringrazio i consiglieri di minoranza del gruppo “Lusciano che vorrei”, Domenica Inviti, Enrica Rosa Granieri e Francesco Palmiero, che solidarizzando con me hanno deciso di sottoscrivere questa lettera.
Il consigliere comunale Filippo Ciocio