La gestione amministrativa- ormai è cosa nota- fa acqua da tutte le parti. Avevamo criticato le modalità dell’arrivo del nuovo comandate dei vigili urbani e le recenti news sul coinvolgimento – per iniziativa di qualcuno – dell’Anac (speriamo anche della Procura della Corte dei Conti e della Funzione Pubblica) per titoli di studio non posseduti, per una posizione organizzativa forse extraregolamento, per gli eventuali artifizi atti a stabilizzare aggirando le procedure concorsuali ed i requisiti di legge e, soprattutto, diciamo noi, la coincidenza con diverse mobilità tutte provenienti da Roma Capitale, sono l’ennesima dimostrazione che qualcosa non va.
Ma durante questi 18 mesi di Amministrazione Pacifico non sono pochi coloro che si sono sentiti privi soprattutto di un rappresentante politico alla guida della propria città. Per questi cittadini Pacifico si è mosso come un grigio burocrate privo di una linea politica in grado di delineare una visione di città. E’ vero che la sua elezione è stata il frutto del Patto Civico miseramente tradito, ovvero di una Coalizione che è andata (seppure con un ritardo di 24 anni) oltre “il ghiaccio delle appartenenze” (“per la rivoluzione dell’ovvio”, che fino ad ora comunque non c’è stata), ma è pur vero che il programma che l’Ambc scrisse su richiesta, in particolare, di Zannini e che Pacifico firmò era il risultato di visioni, valori ed ideali ben definiti. Ciò che presenteranno il 7 gennaio a Sant’Angelo è solo ammuffita propaganda (per altro di bassissimo livello). E’ soltanto mediocre ordinaria amministrazione. E’ il solito specchietto per le allodole che spera di far presa sulle disperazioni ed i bisogni. Specchietto (ormai annerito), che c’è sempre stato. E sempre sono arrivate risorse dalla Regione Campania, come può ben testimoniare, da ultima, l’ex consigliera e assessora regionale Daniela Nugnes.
Dunque, nulla di nuovo sotto il sole. Mentre è inedita, al contrario, l’assenza della politica nella vita della città. Non è che la politica da noi abbia mai particolarmente brillato. Ma con l’arrivo del duo Zannini/Pacifico (supportati dalle eterne stampelle sempre in pista per non perdere un posto al sole) la vera novità è la scomparsa della politica: tutto è stato ridotto a pessima burocrazia e all’ “inglobar trattando”. Iniziamo perciò col porre al sindaco le due prime questioni, chiedendogli di prendere pubblicamente posizione su di esse.
Il sindaco di Palermo (ma anche tanti altri sindaci) ha disposto di sospendere le norme che riguardano l’anagrafe, ossia l’impossibilità per i richiedenti asilo di poter ottenere la residenza, così che gli uffici approfondiscano “tutti i profili giuridici”. “Non si possono togliere diritti a cittadini che sono in regola con la legge”, ha sottolineato Leoluca Orlando. Qui il comunicato stampa e la nota del sindaco palermitano inviata al responsabile dell’Anagrafe di Palermo. Stiamo parlando della recente Legge 132/2018, nota come “Decreto sicurezza”, che ha ridisegnato in senso restrittivo le procedure di riconoscimento della protezione internazionale, ignorando i numerosi profili in gioco e criminalizzando le persone. Cosa ne pensa il nostro sindaco? Da che parte sta, dalla parte della Costituzione o della propaganda? E perché non si adopera nel senso dell’iniziativa del sindaco Orlando?
Inoltre, una recente seduta del Consiglio dei Ministri ha fissato una data per far partire la maggiore autonomia per le regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna (sono arrivate a 13 le regioni, su 15 a statuto ordinario, che vorrebbero più autonomia). E’ l’autonomia differenziata che rischia di spaccare il Paese, di creare cittadini di serie A, di serie B o di serie C, di cancellare definitivamente il connotato nazionale e unitario di servizi essenziali come l’istruzione o la sanità e di stabilizzare le diseguaglianze tra Nord e Sud d’Italia. Qui il puntuale documento messo a punto dall’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, Svimez. Qual è la posizione di Pacifico? Il presidente Vincenzo De Luca si è espresso contro un’autonomia differenziata che possa ulteriormente penalizzare il Sud.
L’Ambc lancia un appello al Consiglio comunale affinché approvi un Ordine del Giorno con il quale si chiarisca che qualsiasi ipotesi di autonomia differenziata debba essere preceduta dalla definizione: della perequazione infrastrutturale e fiscale tra le diverse regioni, dei costi standard e, soprattutto, dei livelli essenziali delle prestazioni civili e sociali erogati in maniera uniforme in tutto il Paese (prendendo le distanze da qualsiasi ipotesi tesa a trattenere una parte del residuo fiscale sul territorio). Un ordine del giorno a supporto delle azioni di De Luca, il quale dovrebbe innanzitutto aderire alla proposta di Massimo Villone per l’azzeramento del procedimento in atto, tornando a una trattativa con tutte le regioni alla pari. È inaccettabile, come scrive Villone (su la Repubblica del 4 gennaio in un appello a Caldoro), che impattino su tutto il Paese scelte decise a un tavolo separato con sole tre regioni.
Inviato da Ambc – Associazione Mondragone Bene Comune