Reddito di Cittadinanza per 4,5 milioni di italiani: Campania prima regione

di Redazione

I nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza si trovano al 47% al Centro Nord e per il restante 53% al Sud e nelle Isole. Per numeri assoluti di nuclei beneficiari le prime sei regioni in classifica sono nell’ordine: Campania, Sicilia, Lazio, Lombardia, Puglia, Piemonte. E’ quanto si legge nella bozza di decreto su Reddito di cittadinanza e Quota 100.

Saranno 1,4 milioni i nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza, pari a circa 4,5 milioni di persone. E’ quanto si legge nell’ultima bozza del decreto legge relativo all’introduzione della misura del reddito di cittadinanza, che verrà istituito a decorrere da aprile 2019. Di questi il 27% è composto dai single, seguiti (23%) dai nuclei famigliari con 3 componenti. Il beneficio economico integrerà di 500 euro al mese (6mila euro all’anno) il reddito, con l’aggiunta di 280 mese se si è in affitto. Con il mutuo il sostegno casa è di 150 mese al mese. Reddito di cittadinanza anche agli stranieri “lungo soggiornanti” e residenti in Italia da almeno 10 anni. Sarà il ministero dello Sviluppo Economico il responsabile del monitoraggio dell’attuazione del reddito di cittadinanza, e predisporrà un rapporto annuale che verrà pubblicato sul sito internet istituzionale.

Valore Isee inferiore a 9.360 euro – Un valore Isee inferiore a 9.360 euro, un valore del patrimonio immobiliare (diverso dalla casa di abitazione) non superiore a una soglia di 30mila euro e un valore del patrimonio mobiliare non superiore ai 6mila euro (accresciuta di 2mila euro per ogni componente il nucleo famigliare successivo al primo, fino a un massimo di 10mila euro, incrementato di ulteriori mille euro per ogni figlio successivo al secondo). Inoltre, per beneficiare della misura, “nessun componente il nucleo famigliare deve essere intestatario a qualunque titolo o avente piena disponibilità di autoveicoli immatricolati la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta, ovvero di autoveicoli di cilindrata superiore ai 1.600 cc, nonché motoveicoli di cilindrata superiore ai 250 cc, immatricolati la prima volta nei due anni antecedenti”.

I beneficiari del reddito di cittadinanza devono firmare un patto per il lavoro, ovvero fare formazione, ricerca attiva di lavoro, sostenere i colloqui e accettare almeno una di tre offerte di lavoro “congrue”: dopo 18 mesi va accettato il lavoro ovunque. Reclusione fino a 6 anni per coloro che presentano dichiarazioni false Reclusione da uno fino a sei anni per coloro che presentano dichiarazioni false per ottenere il reddito di cittadinanza. Oltre alla sanzione penale, sono previste la decadenza del beneficio e “il recupero di quanto indebitamente percepito”. La decadenza e il recupero delle somme erogate scattano anche in assenza di dolo. Il decreto prevede inoltre che in caso di dolo, il reddito di cittadinanza potrà essere nuovamente richiesto solo dopo 10 anni dalla data della richiesta che ha dato luogo alla sanzione.

Pensioni. Quota 100 scatta dal primo aprile, per statali da luglio – Coloro che maturano i requisiti per quota 100 (62 anni di anzianità e 38 anni di contribuzione) entro il 31 dicembre 2018 potranno accedere al pensionamento a partire dal primo aprile. Chi matura i requisiti dal primo gennaio 2019 in poi conseguono il diritto al pensionamento dopo tre mesi. Qualche differenza per i dipendenti pubblici. Il decreto stabilisce che i dipendenti della pubblica amministrazione che maturano i requisiti per quota 100 entro il 31 marzo 2019, potranno incassare l’assegno pensionistico a partire dal primo luglio prossimo. Coloro che li maturano dal primo aprile in poi il diritto al pensionamento scatta dopo sei mesi. Inoltre, per il pubblico impiego il provvedimento prevede il differimento del pagamento del trattamento di fine rapporto. Il dipendente pubblico riceverà il Tfr al momento in cui avrebbe maturato il diritto al pensionamento secondo le norme della Fornero.

Fondi solidarietà potranno ‘favorire’ arrivo a quota 100 – I fondi di solidarietà bilaterali tra aziende e lavoratori potranno anche erogare assegni ai lavoratori per raggiungere quota 100 in modo tale da favorire il turn over del personale. I fondi sono quelli già istituiti dalla legge sul Jobs Act e le cui finalità vengono così estese anche alla possibilità di erogare un sostegno al reddito ai lavoratori che raggiungano quota 100 nei successivi tre anni. L’assegno potrà essere erogato solo in presenza di accordi aziendali: sarà in sede di stipula di tale accordi che verrà stabilito il numero dei lavoratori da assumere in sostituzione di coloro che andranno via. Non viene quindi stabilito un numero di assunzioni (così come prevedevano alcune indiscrezioni non confermate), ma le modalità del turn over vengono demandate all’accordo collettivo di livello aziendale o territoriale sottoscritto tra aziende e sindacati. Questo è quello che prevede il decreto su quota 100 che verrà esaminato dal Consiglio dei Ministri.

Al momento i fondi di solidarietà istituiti nel 2015 possono per legge: assicurare ai lavoratori prestazioni integrative, in termini di importi o durate, rispetto alle prestazioni previste dalla legge in caso di cessazione del rapporto di lavoro, ovvero prestazioni integrative, in termini di importo, rispetto a trattamenti di integrazione salariale previsti dalla normativa vigente; prevedere un assegno straordinario per il sostegno al reddito, riconosciuto nel quadro dei processi di agevolazione all’esodo, a lavoratori che raggiungano i requisiti previsti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato nei successivi cinque anni; contribuire al finanziamento di programmi formativi di riconversione o riqualificazione professionale, anche in concorso con gli appositi fondi nazionali o dell’Unione europea.

Per Inps e Inail tornano i Cda – Per Inail e Inps finisce l’era della guida monocratica con il ritorno a Cda con 5 componenti “ivi compreso il Presidente”. E’ una delle indicazioni contenute nella bozza di decreto legge su reddito cittadinanza e quota 100 che il Corriere della Sera ha diffuso sul suo sito. Una modifica prevista, si sottolinea nell’articolo 24, “senza comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Per affrontare le esigenze legate alle nuove misure assumendo nuovo personale, inoltre, all’articolo 26 si autorizza per l’Inps una spesa di 50 milioni di euro.

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