Polizia Penitenziaria, Osapp contro cambi strutture comando a Roma, Napoli e Aversa

di Redazione

Una situazione insostenibile quella che coinvolgerà, dal prossimo 31 gennaio, il personale di Polizia Penitenziaria in servizio ai varchi dei tribunali di Roma, Napoli e Napoli Nord in Aversa e, di conseguenza, la sicurezza delle stesse strutture giudiziarie. A denunciarlo è il sindacato Osapp che, in una nota a firma del segretario generale Leo Beneduci, indirizzata ai vertici delle tre procure e del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, fa riferimento all’ordinato rientro del personale nelle sedi di provenienza con la previsione di sostituire commissari, ispettori e sovrintendenti con pari unità del ruolo agenti/assistenti e una sola unità del ruolo sovrintendenti, tra l’altro, da individuare con una procedura d’interpello calata d’ufficio direttamente dal Dap – Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria con criteri afferenti altri reparti o mansioni e mai concordati con le organizzazioni sindacali.

Da ciò la necessità per l’Osapp di denunciare “il grave disagio e disorientamento in cui si ha intenzione di tenere ben 50 unità di ciascun reparto tra Roma e Napoli (Napoli Nord) posti nella confusione totale in ragione del cambio di tutto il vertice di comando e con la previsione della sua sostituzione con un solo sovrintendente (e quando questi, legittimamente assente, da un assistente) scelto da altri istituti con nessuna conoscenza del servizio a dispetto dei ruoli apicali attualmente presenti che, a dispetto, di tutto il Reparto sono comandati a far rientro”.

“Chiaro è – continua il sindacato – che sostituire anche gli stessi sovrintendenti (o peggio gli ispettori mediante un ruolo inferiore) che hanno lavorato per anni con competenza e professionalità maturate sul campo, con altro pari ruolo scelto con criteri che afferiscono il possesso di titoli di studio o anni di servizio o per l’assenza di sanzioni disciplinari, senza avere mai lavorato o avere dimostrato attitudini o avere effettuato affiancamenti per le specifiche mansioni presso i Tribunali appare, ictu oculi, più fonte di rischi che di garanzie. Del resto, risulta assolutamente incomprensibile quali siano le motivazioni sottese alla sostituzione dell’intera ‘struttura di comando’ di quei reparti con unità di ruolo inferiore a cui la legge non riconosce affatto mansioni di coordinamento, ovvero e come previsto dall’articolo 14 della Legge 15 dicembre 1990, numero 395 – recante Ordinamento del Corpo di Polizia Penitenziaria: ‘Al Personale appartenente al ruolo dei Sovrintendenti sono attribuite funzioni rientranti nello stesso ambito di quelle previste nel numero 1) ( mansioni esecutive ), ma implicanti un maggiore livello di responsabilità, nonché funzioni di coordinamento di unità operative a cui detto personale impartisce disposizioni delle quali controlla l’esecuzione e di cui risponde; gli appartenenti al ruolo dei sovrintendenti sono agenti di pubblica sicurezza e ufficiali di polizia giudiziaria’”.

“Le stesse ragioni informalmente addotte e legate alla carenza di organici degli istituti – prosegue la nota dell’Osapp – appaiono insostenibili rispetto al cambio ‘alla pari’ delle unità in argomento con ruoli inferiori e esse stesse reggono ancor meno, per chi conoscendo bene gli ambienti penitenziari sa perfettamente che la carenza è soprattutto dei ruoli esecutivi (agenti/assistenti) piuttosto che dei cosiddetti ‘sottufficiali’ (del resto, a breve, dai corsi in ultimazione, saranno assegnati circa 978 ispettori negli istituti ed è in corso l’avanzamento di 2.851 Sovrintendenti provenienti dal ruolo agenti/assistenti e anch’essi da destinare agli istituti penitenziari!). Di contro, l’inesperienza e l’assoluta mancanza di preparazione di coordinamento imposta dal ruolo stesso che si ricopre (articolo 14 legge 395/90) lasciano forti perplessità su come un unico sovrintendente, inesperto, possa assumere il coordinamento di ben 50 unità a Napoli, 50 a Roma e 20 ad Aversa”.

Osapp, quindi, denuncia alle massime cariche “interessate da tale ‘stortura’ del sistema”, “i forti dubbi per la sostanziale ‘insicurezza’ e per la presumibile ‘confusione’ in cui saranno chiamati ad operare i poliziotti penitenziari dei predetti reparti alla data del 31 gennaio prossimo. Del resto, i legittimi dubbi sulla interruzione/confusione di una attività fino ad oggi svolta senza intoppi, riguardano le stesse attività di polizia giudiziaria per le quali, per norma si necessita della presenza di un ufficiale di polizia giudiziaria affinché siano poste a compimento e che, è chiaro, verrebbero compromesse in caso di assenza legittima dell’unico sovrintendente incaricato.

Di fronte a tale discutibile organizzazione e alla previsione della chiusura stessa del servizio al 15 maggio, risultano evidenti le difficoltà anche motivazionali, oltre che operative stesse, che possano pervadere gli operatori di Polizia Penitenziaria costà in servizio, ad avviso di questa organizzazione sindacale, del tutto legittimamente e tale condizione di incertezza lavorativa non è delle più favorevoli per coloro a cui è demandata la gestione e le responsabilità della sicurezza di strutture giudiziarie di tali fattezze e soprattutto in realtà ambientali esterne ad alto indice delinquenziale”.

Pertanto, l’Osapp chiede alle autorità preposte, ciascuna per la parte di propria competenza, “di adottare ad ogni utile e competente intervento che possa ristabilire condizioni di sicurezza e di serena operatività per i reparti interessati”.

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