Si è tenuta a Los Angeles la 25ma edizione dei SAG Awards, i premi assegnati dal Sindacato degli Attori Statunitensi, che, al momento, conta circa 12000 giurati. Un riconoscimento molto ambito a Hollywood poiché costituisce uno degli indicatori di maggior credibilità in vista della consegna degli Oscar, dato che la maggior parte dei membri dell’Academy sono, appunto, gli attori. Assolutamente imprevedibile è stata la scelta di insignire la produzione Marvel “Black Panther” di Ryan Coogler dell’alloro più prestigioso, ovvero quello assegnato al miglior cast. Il cinecomic ha, altresì, trionfato nella categoria riservata agli Stunt.
Insomma, un autentico plebiscito per una pellicola, già blockbuster al botteghino, che, a questo punto, rischia di portarsi a casa più di un trofeo importante nel corso dell’imminente Notte delle Stelle. Miglior attore protagonista, anche qui un po’ a sorpresa, Rami Malek, perfetto alter ego della rockstar Freddie Mercury, nel biografico “Bohemian Rhapsody” di Bryan Singer, mentre, tra le colleghe, a spuntarla è, finalmente, la veterana Glenn Close, incredibilmente, giunta a 70 anni per agguantare il suo primo Sag cinematografico per l’intimista “The Wife” di Bjorne Runge, dopo essere stata un’icona del grande schermo tra gli Ottanta e i Novanta. Tali scelte, congiunte a quelle operate dal Sindacato Giornalisti al Golden Globe, mette sia Malek sia la Close in posizione, quasi, blindata per guadagnare il loro primo agognato Oscar.
Tra i non protagonisti maschili ha prevalso il gettonatissimo Maershala Ali per il razziale “Green Book” di Peter Farrelly, laddove tra le donne è stata un’incredula Emily Blunt ad alzare la statuetta raffigurante l’Attore per il suo ruolo indubbiamente incisivo nell’horror “A Quiet Place”, diretto dal marito, il talentuoso John Krasinski, al quale la Blunt ha rivolto un’accorata dichiarazione d’amore, provocando le lacrime dell’emozionato consorte.