I militari della Guardia di finanza di Monza hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari di Milano nei confronti di due persone, residenti in provincia di Monza e Brianza, indagate per associazione a delinquere, truffa e sostituzione di persona.
Gli arrestati – già noti, tra l’altro, per vicende di falso e truffa – erano a capo di una organizzazione criminale finalizzata alla truffa nel settore delle false associazioni benefiche, cui hanno partecipato altre 36 persone indagate nell’operazione denominata “Cuore Falso”. Le Fiamme gialle di Monza hanno iniziato le indagini nel 2016 a seguito di alcune segnalazioni su probabili truffe da parte di soggetti che, spacciandosi per volontari di organizzazioni caritatevoli, raccoglievano da ignari cittadini somme di denaro spese poi solo per scopi personali. Veniva così individuata una falsa associazione della specie, con sede a Limbiate (Monza Brianza), attorno alla quale ruotava l’attività truffaldina degli indagati, denunciati alla Procura di Milano.
I finanzieri hanno perquisito la sede della falsa Onlus sequestrando il materiale utilizzato per realizzare le truffe, tra cui tesserini falsi di associazioni assistenziali, opuscoli informativi e blocchetti di ricevute per il denaro raccolto. Sono stati poi sentiti come testi i responsabili di numerosi enti benefici – realmente operanti – i quali in alcuni casi hanno riconosciuto tra gli indagati qualche loro ex socio/volontario, che hanno denunciato per truffa per aver indebitamente raccolto somme di denaro senza autorizzazione.
L’attività investigativa ha fatto emergere l’esistenza, da diversi anni, di un sistema criminale, organizzato e ben collaudato, finalizzato a lucrare su attività di falso volontariato: i circa 40 indagati, simulando di appartenere ad associazioni caritatevoli, raccoglievano denaro in luoghi densamente frequentati (davanti ad ospedali, teatri, fiere, stazioni ferroviarie, centri commerciali, eccetera), carpendo la buona fede dei donatori. I soldi spillati venivano poi trattenuti dai truffatori per scopi personali e spesi addirittura per effettuare scommesse nelle sale slot.
Nel tempo gli indagati hanno perfezionato il meccanismo illecito, fingendosi prima volontari di associazione benefiche realmente esistenti, per poi costituire nel 2015 quella di Limbiate, con una denominazione (“Un cuore per tutti contro l’emarginazione”) analoga a quella di una vera Onlus da anni operante a sostegno dei bambini affetti da patologie cardiache. Lo scopo dei truffatori era chiaramente quello di eludere i controlli delle forze dell’ordine sul territorio e trarre in inganno i donatori. Ammontano ad oltre 110mila euro i proventi illeciti della falsa beneficenza quantificati dalle Fiamme gialle.
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