“Io mi sono costituito e vado in carcere perché è giusto che Manuel abbia giustizia”. E’ quanto ha fatto mettere a verbale Lorenzo Marinelli nel corso dell’interrogatorio svolto in Questura a Roma, nell’ambito dell’inchiesta sul ferimento del nuotatore Manuel Bortuzzo. Per questa vicenda è stato fermato anche Daniel Bazzano. Entrambi sono accusati di tentato omicidio.
Intanto, Manuel si è svegliato e si è reso conto di non riuscire a muovere le gambe. “Ha saputo della paralisi, ma non ha pianto. Gli ho promesso che tornerà a vivere come una persona normale”, ha detto il padre del ragazzo, Franco Bortuzzo. “Mi ha detto ‘non sento più niente’ e gli ho risposto: ‘e certo, con una pallottola nella spina dorsale'”, ha aggiunto il genitore.
Nel corso degli interrogatori i fermati hanno ricostruito quanto avvenuto sabato notte davanti ad un pub del quartiere Axa. Bazzano ha affermato di non sapere che Marinelli fosse armato. “Gli ho detto ‘Lorenzo ma cosa hai combinato?’, mi ha risposto ‘Ora portami a casa da mio figlio”. “Siamo qui perché Manuel deve avere giustizia. Siamo distrutti, è stato un tragico errore”, hanno detto durante l’interrogatorio i due giovani. A riferirlo l’avvocato Alessandro De Federicis, legale di Lorenzo Marinelli, aggiungendo che Marinelli e Bazzano hanno pianto per tutto il colloquio in questura e che i tre colpi sono stati esplosi alla cieca.
“Non volevano colpire, alla fine di una rissa un un locale avevano ricevuto delle minacce e temevano che delle persone si rifacessero sotto, quindi giravano in motorino con una pistola”, ha spiegato De Federicis. “La pistola, secondo quello che dichiarano loro, è stata ritrovata tempo fa in un campo e all’occorrenza utilizzata. Dicono che il colpo è stato esploso durante la marcia”, ha proseguito. I due ragazzi hanno girato allo sbando: “Sono tre notti che non dormono, sono molto provati”.
“Siamo distrutti, vogliamo chiedere scusa alla famiglia di Manuel con una lettera che manderemo ai genitori”, hanno fatto sapere attraverso i loro legali i due giovani ora in carcere. In base a quanto si apprende i due volevano costituirsi già domenica. “I familiari ci avevano contattato. Avevano un peso sulla coscienza”, hanno spiegato gli avvocati Alessandro De Federicis e Giulia Cassaro.
Amici da tempo, Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano sono entrambi di Acilia, quartiere poco distante dal luogo del ferimento di Manuel. Erano in sella ad uno scooter scuro da cui sono partiti i colpi. Sui profili social, in molti scatti sono immortalati durante le serate trascorse insieme. Entrambi sono amanti dei tatuaggi: in particolare Bazzano ne ha uno sulla spalla, che raffigura proprio una pistola.
I poliziotti della Squadra mobile hanno ricostruito il percorso di fuga dei due giovani attraverso l’analisi delle telecamere e il racconto di alcuni testimoni. Al momento l’ipotesi rimane quella dello scambio di persona. Chi ha ha sparato probabilmente ha confuso Manuel con un altro che gli assomiglia, forse con qualcuno che poco prima aveva preso parte a una rissa nel pub dall’altro lato della piazza – ed è questa al momento l’ipotesi privilegiata – o con qualcuno da punire per altre ragioni.
La calibro 38, una pistola di piccole dimensioni, è l’arma preferita da chi non intende lasciare tracce evidenti: i bossoli infatti non vengono espulsi come nelle pistole semiautomatiche. Si cerca ancora anche lo scooter scuro dei due ripreso in lontananza da una telecamera che punta sul distributore di sigarette dove il nuotatore è stato ferito. Sono in corso accertamenti su uno motorino trovato in strada ad Acilia, che sarebbe stato dato alle fiamme quella notte.