Spaccio di droga tra Santa Maria Capua Vetere e dintorni: 5 arresti

di Redazione

Tra Santa Maria Capua Vetere, San Prisco, nel Casertano, e Cento (Ferrara), i carabinieri della stazione di San Prisco hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, nei confronti di cinque persone (3 in carcere, Vladislav Stoica, 22 anni; Davide Signore, 22; Giuseppe Cortese, 29 – e 2 agli arresti domiciliari, Francesco Triassi, 22, Kevin Gravagno, 23), gravemente indiziate, a vario titolo ,dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e hashish e detenzione e spaccio di stupefacenti in concorso.

Il provvedimento cautelare costituisce l’esito di un’articolata attività investigativa, inizialmente coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e successivamente, attesa la sussistenza del reato associativo, dalla Dda. In particolare, le indagini, svolte tra la fine del 2015 e quella del 2018, attraverso intercettazioni telefoniche, dichiarazioni degli assuntori delle sostanze stupefacenti nonché attività di riscontro, hanno consentito di: appurare l’esistenza di un gruppo di 11 giovani, sei dei quali minorenni, dediti allo svolgimento dell’attività illecita nel territorio di Santa Maria Capua Vetere e zone limitrofe; riscontrare come il capo promotore, unitamente ai partecipi, avessero compiti ben precisi nell’approvvigionamento, confezionamento e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana, distribuzione  che avveniva nei pressi di luoghi di aggregazione di ragazzi di pari età.

Le intercettazioni captate hanno, tra l’altro, permesso di fotografare il modus operandi alquanto innovativo dei componenti dell’associazione: il promotore, infatti, comunicava con gli altri associati anche mediante un sistema informatico di messaggeria criptato noto come “Surespot” e provvedeva in parte all’approvvigionamento di stupefacenti (in particolare, di marijuana) del gruppo attraverso il servizio postale, previ accordi formalizzati via internet con pagamento dei fornitori in moneta virtuale “Bitcoin”. La stretta sinergia tra la Direzione distrettuale partenopea e la Procura del Tribunale per i minorenni di Napoli ha consentito la contestuale emissione, da parte di quest’ultimo Ufficio, dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti degli indagati minorenni.

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