Guerriglia urbana nel centro di Torino per il corteo di centri sociali e anarchici contro lo sgombero dell’Asilo occupato, ultimato ieri dopo due giorni di tensione. Un migliaio di manifestanti, molti dei quali incappucciati o con il casco, hanno creato un clima di terrore per almeno due ore. Quattro persone sono rimaste ferite, una, che faceva parte del corteo, è stata soccorsa da un’ambulanza, ma le sue condizioni sono meno gravi di quello che si era temuto. Il primo bilancio è di 12 manifestanti fermati dalla Polizia, ma la tensione è rimasta alta fino alle 20.30 e un’ampia zona ai margini del centro storico è rimasta quasi isolata.
I manifestanti hanno devastato arredi, incendiato cassonetti dei rifiuti, mettendoli poi di traverso per creare sbarramenti nelle vie, hanno divelto cartelli e protezioni stradali, spaccato vetrate, imbrattato muri e vetrine, danneggiato auto, tram e bus. Sfasciata una vetrina della Smat, la società che eroga l’acqua potabile a Torino. Contro le forze dell’ordine sono stati lanciati oggetti di ogni tipo, grossi petardi, bottiglie in vetro, cestini metallici dei rifiuti, tegole, grosse pietre. La polizia ha risposto lanciando a più riprese lacrimogeni, ma il corteo non si è fatto disperdere.
Un gruppo di black bloc ha assaltato un pullman di linea del Gtt (Gruppo Torinese Trasporti), in corso Regina Margherita, danneggiandone vetri, sedili e pareti. “Non ho mai visto niente di simile – ha raccontato l’autista – erano indemoniati, sono entrati sfasciando tutto”. I pochi passeggeri che erano sul bus sono riusciti a scendere e ad allontanarsi, spaventati ma incolumi.
Già prima, però, nella zona più vicina dei disordini i passeggeri erano scesi di corsa dai bus, scappando. Il raduno dei manifestanti è cominciato alle 16, in piazza Castello, con molti anarchici in arrivo da altre città del Piemonte e da altre regioni, in particolare Lombardia e Trentino. L’obiettivo dei manifestanti era “riprendersi l’Asilo”, sgomberato all’alba di venerdì dopo 23 anni di occupazione. Il corteo si è mosso in via Po dirigendosi verso piazza Vittorio Veneto e altre centinaia di manifestanti ne hanno ingrossato le fila, dietro lo striscione con la scritta “Fanno la guerra ai poveri e la chiamano riqualificazione. Resistiamo contro i padroni della città”. I primi problemi al passaggio davanti alla caserma dei Carabinieri San Carlo: i muri sono stati imbrattati e alcune auto nei parcheggi riservati all’Arma sono state danneggiate. Poco più tardi la tensione è salita alle stelle seminando il panico nel quartiere, tra i passanti e i residenti, nel quartiere Vanchiglia.
“Tutto questo non può essere confuso in alcun modo con l’esercizio della democrazia”, ha commentato la sindaca Chiara Appendino. “Gli episodi di violenza perpetrati da alcuni manifestanti oggi a Torino sono di una gravità inaudita”. Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, parla di “intollerabili violenze compiute da gruppi di anarchici. Sono atti gravi che non possono trovare alcuna giustificazione”. Tuona il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Galera per questi infami. Ridotti quasi a zero gli sbarchi adesso si chiudono i centri sociali frequentati dai criminali”, dice il leader della Lega, parlando di una città “ostaggio di qualche centinaio di delinquenti dei centri sociali”.
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