La questione del rispetto delle quote rosa nell’esecutivo tiene banco a Frignano. Ai consiglieri di opposizione Lucio Santarpia, Lucia Maisto, Marco Petito e Luigi Sabatino di «Frignano nel cuore», che chiedevano il rispetto della normativa e la conseguente nomina di un-altra assessora, il primo cittadino Gabriele Piatto ha risposto che «si è trattato di una normale rotazione, così come fatto dall’inizio della consiliatura. Fino a due settimane fa in giunta c’erano due uomini e due donne. Adesso tre e una».
Il sindaco lancia anche uno strale a Santarpia e a Luigi Sabatino, evidenziando che quando hanno amministrato non hanno mai nominato una donna nell’esecutivo. Immediata la risposta di Santarpia: «Il sindaco vive in un altro mondo. Non si rende conto di ciò che afferma. La verità è che ha ritenuto opportuno non cambiare chi non ha voluto cedere la poltrona. Non pensavamo di suscitare una reazione incontrollata e insensata da parte del sindaco».
I consiglieri di minoranza, infatti, evidenziano di aver ritenuto opportuno solo richiamare quello che prevede la legge ed invitare il sindaco avvocato al rispetto delle norme. Una richiesta che ha provocato, da quanto è dato sapere, anche diverse discussioni nella maggioranza. «La necessità di mantenere in giunta un assessore maschio che sarebbe dovuto uscire a vantaggio di una donna – continua il leader dell’opposizione – non corrisponde, come afferma il sindaco, al principio della rotazione. Spieghi, piuttosto, il primo cittadino le motivazioni per cui ha lasciato al suo posto un assessore, non certo per l’impegno amministrativo costante e produttivo. Con le sue affermazioni, si è rivelato contradditorio e bugiardo, perché dimentica o non conosce affatto, che nell’amministrazione Santarpia-Sabatino non c’erano donne elette; magari le avessimo avute».
L’esecutivo contestato è nato da un rimpasto il 30 gennaio scorso ed è composto da: Gabriele Piatto sindaco; Francesco Pagano, vicesindaco; Giuseppe Seguino; Marika Concetta Comella, unica donna. La normativa in vigore prevede che nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3mila abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40% con arrotondamento matematico. Ossia, nel caso specifico, sarebbe necessario inserire un’altra donna nell’esecutivo.