Non è un mistero che il comparto sanità subisca, da anni, tagli alla spesa e ridimensionamento delle assunzioni del personale. Le esigenze di professionalità sono state soddisfatte grazie al ricorso, a volte anche un semplice escamotage, a tipologie di lavoro flessibile facendo leva sull’utilizzo di cooperative di servizi (i cui costi gravano sui capitoli per “spese per beni e servizi”) al fine di eludere i limiti di spesa per il personale.
Ciò, da una parte ha consentito alle regioni ed alle aziende sanitarie di rispettare i limiti di bilancio, dall’altro ha cagionato un incremento del fenomeno del precariato, con il rischio che le prestazioni sanitarie possano essere affidate anche a persone non sempre in possesso delle necessarie competenze. Peraltro, il fenomeno ha favorito l’espandersi di logiche clientelari e persino il dato “giudiziario” è sotto gli occhi di tutti. Si è, quindi, consapevoli che i livelli delle prestazioni sanitarie debbano essere legati ad una seria politica del personale: in sintesi solo con nuove assunzioni e con la corretta stabilizzazione del personale precario i pazienti potranno avere un’offerta sanitaria adeguata e di qualità.
Di questo si è parlato il 5 febbraio in Commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati con i rappresentanti degli Oss – Operatori socio sanitari dell’Asl Caserta, assistiti degli avvocati Pasquale Fedele, Raffaele Bencivenga, Rosalba Rispo, Angela Bisogno. L’incontro, che ha consentito di fare il punto sulle problematiche della categoria Oss, inizia ora a dare i primi frutti. Il tema, di primario interesse per i lavoratori precari del “pianeta sanità”, ma anche e soprattutto per la qualità dell’offerta che si fornisce all’utenza nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza, ha avuto immediato riscontro con l’interpellanza dei deputati Sportiello, D’Arrando, Baroni, Bologna, Guidolin, Lapia, Lorefece, Mammi’, Menga, Nappi, Nesci, Provenza, Sapia, Sarli, Trizzino, Troiano, Volpi.
Il ministro ha prontamente argomentato richiamando le previsioni della legge 208/2015 (legge di stabilità 2016) ed il piano straordinario di assunzioni nel Servizio Sanitario Nazionale, in parte riservate ai lavoratori precari. La normativa prevedeva, allo scopo di assicurare che tali assunzioni straordinarie tenessero conto dei reali fabbisogni degli Enti del Servizio Sanitario Nazionale, che le Regioni dovessero presentare un apposito piano dei fabbisogni, da sottoporre alle valutazioni dei Tavoli di verifica degli adempimenti e di monitoraggio.
Per ciò che attiene la Regione Campania, nella riunione del tavolo tecnico di verifica in data 17 dicembre 2018, appositamente convocata per adempiere alle valutazioni del piano presentato, si è ritenuto che le richieste di assunzioni nuove o derivanti da potenziali stabilizzazioni possono essere accolte rispetto al personale Oss a tempo indeterminato presente al 31 dicembre 2016, tenendo conto anche delle cessazioni intervenute nell’anno 2017, per un massimo di 1.537 unità. Ne è conseguito che il tavolo tecnico ha espressamente chiesto alla Regione (alla struttura commissariale) di tener conto, in tali procedure di assunzione, dei servizi similari resi nell’ambito delle cooperative e di fornire elementi informativi al riguardo. Ora la palla passa alla Regione Campania, che dovrà porre in essere le attività finalizzate all’effettiva assunzione del personale in parola atteso che non residuano ostacoli di sorta.