Aderire alla “pace contributiva” potrebbe essere meno pesante grazie a un emendamento del governo al “decretone”, il cui testo sarà discusso in Aula lunedì. La proposta prevede infatti la possibilità di saldare in 10 anni, con 120 rate mensili, il debito con lo Stato, mentre ora il testo prevedeva la possibilità di rimborsare il debito al massimo in 5 anni. Nella relazione che accompagna l’emendamento si stimano 2.900 domande di “pace contributiva” da lavoratori dipendenti e circa 600 da lavoratori autonomi, con stipendio medio di 31.500 e 20.000 euro.
Tra gli emendamenti al “decretone”, anche uno presentato M5s che, relativo al reddito di cittadinanza, prevede l’obbligo di accettare un’offerta di lavoro solo se il salario sarà di almeno 858 euro al mese, cioè “superiore di almeno il 10 per cento del beneficio massimo fruibile da un solo individuo”, comprensivo di integrazione del reddito e di affitto.
Approvato in commissione Lavoro al Senato anche un altro emendamento, proposto dalla Lega, che innalza da 30mila a 45mila euro la soglia di anticipo del Tfs agli statali, per i trattamenti che non siano di importo inferiore. La quota superiore ai 30mila euro potrà essere chiesta anche dai soggetti che abbiano già presentato la domanda di finanziamento.
Il governo, inoltre, ha preparato una proposta di modifica che prevede altre assunzioni in deroga nella pubblica amministrazione poiché la pensione anticipata con quota 100 rischia di svuotare gli uffici giudiziari. L’emendamento prevede assunzioni, oltre a quelle già previste con la manovra, almeno per 1.300 amministrativi, già a partire da metà luglio, nonostante il blocco delle assunzioni nella P.a. fino a novembre previsto sempre con la legge di Bilancio. Il buco di organico in tre anni, si legge nella relazione della maggioranza, è di circa 20mila posti.