Cgil, Cisl e Uil scendono in piazza a Roma per una manifestazione nazionale con lo slogan “Futuro al lavoro”, per chiedere al governo di cambiare la politica economica. “Singolare che Di Maio incontri i gilet gialli ma non i sindacati italiani”, ha detto il segretario della Cgil Landini, chiedendo al governo di tornare indietro. Il vicepremier: “E’ assurdo che vadano in piazza contro quota 100 mentre non protestavano quando si fece la legge Fornero”.
Tanti gli striscioni e gli slogan che accompagnano il corteo. “Meno stati sui social, più stato sociale”, è uno dei tanti che campeggia. “Giù le mani dalle nostre pensioni”, “subito una legge per la non autosufficienza”, “non siamo il vostro bancomat”, “c’è solo una razza quella umana”, recitano altri cartelli. Non mancano la musica e i cori, come: “E’ ora di cambiare”.
“E’ meglio che il governo torni indietro perché altrimenti va a sbattere”, ha detto Landini aprendo il corteo. “Credo che sia una bella giornata, la gente che è venuta vuole cambiare, vuole partecipare e non è contenta di quello che sta succedendo”, ha aggiunto. Poi, dal palco di piazza San Giovanni, si è rivolto “alle persone che governano questo Paese e vanno ad incontrare chi protesta in altri Paesi”: “Se hanno un briciolo di intelligenza ascoltino questa piazza: noi siamo il cambiamento. Noi vogliamo la giustizia sociale”.
“Il governo esca dalla realtà virtuale e si cali nel mondo reale, del lavoro”. Lo ha detto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, dal corteo della manifestazione unitaria, sostenendo che “il governo deve cambiare la linea economica. L’Italia è ad un passo dalla recessione economica. Il governo deve cambiare assolutamente rotta. Si confronti finalmente con i sindacati, perché dopo tanti anni di sacrifici degli italiani, non possiamo permetterci che il Paese torni a decrescere. Nessuno da solo riesce a risolvere problemi così complessi”.
Il leader della Uil Carmelo Barbagallo chiede al governo “di convocarci, altrimenti la mobilitazione andrà avanti. Con l’unità faremo stare zitti colo che on vedono che c’è un Paese che deve crescere”. E ancora: “Il governo non può essere autoreferenziale, anche perché l’economia sta andando male. Apra i tavoli di trattativa” sui temi indicati nella piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil e “si confronti con le parti. Il governo del cambiamento – ha detto – non può essere in peggio, ma in meglio. Noi siamo pronti a fare la nostra parte per trovare le soluzioni” utili al Paese.
Industriali al fianco dei sindacati alla manifestazione perché “siamo tutti insieme, siamo tutti preoccupati allo stesso modo”. La protesta, e la decisione di aderire alla manifestazione dei sindacati parte da Confindustria Romagna dove è forte la preoccupazione per lo stop alle trivelle inserito dal governo nel dl Semplificazioni. Gli imprenditori arrivati da Ravenna per sfilare in corteo sono una trentina, altri arrivano dalla Basilicata, da aziende del settore dell’Oil & Gas. Hanno portato un manifesto: “Investiamo nel gas naturale italiano, meno inquinamento, meno spesa, più lavoro. Sì al gas naturale italiano”.