Riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione a danno di due ragazze sue connazionali. Sono le accuse per le quali è finito in manette Ye Chang Xi, al termine di una mirata indagine avviata nei mesi scorsi dagli agenti del commissariato di Aversa, diretto dal primo dirigente Vincenzo Gallozzi, a seguito di una segnalazione circa la presenza di un centro massaggi non autorizzato, gestito da cinesi, all’interno di un condominio di Viale della Libertà.
Dopo alcuni elementi acquisiti attraverso appostamenti e attività di monitoraggio, e individuata l’abitazione segnalata, gli agenti, nella serata di giovedì 28 marzo, decidevano di fare irruzione. Giunti all’interno dell’appartamento, riscontravano la presenza di una donna di etnia cinese seminuda in compagnia di un cliente italiano, il quale, considerate le circostanze, ammetteva di averla pagata per una prestazione sessuale. Nel prosieguo del controllo si riscontrava la presenza di un’altra donna e di un uomo, entrambi di nazionalità cinese, quest’ultimo che, alla vista degli agenti, cercava di darsi alla fuga scappando dal balcone. Tuttavia, l’uomo, successivamente identificato in Ye Chang Xi, veniva bloccato dopo una rocambolesca fuga. Si accertava, quindi, che le due donne erano costrette a prostituirsi e a vivere nell’appartamento del loro connazionale.
Un appartamento “a prova di fuga” da parte delle due donne, in quanto alle finestre erano apposte delle grate in ferro, mentre il portoncino di ingresso aveva il sistema di apertura a maniglia modificato in quanto poteva essere aperto solo con l’utilizzo dell’unica maniglia dotata di cilindretto di metallo che veniva asportata per impedirne l’apertura. Il 42enne cinese veniva rinchiuso in carcere.