Una sparatoria in pieno giorno su un tram affollato a Utrecht fa precipitare l’Olanda nel terrore. Tre morti e cinque feriti, alcuni in gravi condizioni, hanno fatto temere al piccolo Paese di essere finito nel mirino dei terroristi. A fine giornata la matrice terrorista non è ancora del tutto esclusa, ma sembra sempre più lontana. Il killer, Gokmen Tanis, un 37enne di origine turca, avrebbe agito per “motivi personali”.
Tanis è stato arrestato dopo una lunga fuga di otto ore: il 37enne, con un passato pieno di precedenti penali, avrebbe ucciso per ritorsione e problemi familiari. Una delle tre vittime era un parente dell’assalitore. E’ quanto riferisce l’agenzia turca Anadolu, precisando che il 37enne ha colpito anche “persone che volevano aiutare” il suo bersaglio. Le altre due vittime sono una 19enne e l’allenatore di una squadra di calcio.
Intanto, una terza persona è stata arrestata nell’ambito delle indagini sulla sparatoria. Le persone in carcere finora, ha reso noto il portavoce dell’ufficio del Procuratore, Ties Kortmann, sono il presunto assassino e altre due sospettate di essere coinvolte nell’attacco. E’ stato inoltre ritrovato un biglietto recante la scritta “Allah” all’interno dell’auto utilizzata da Gokmen Tanis per la fuga. “Se ha fatto quello che ha fatto, dovrà essere punito”, ha dichiarato il padre del killer, Mehmet Tanis, aggiungendo di non aver avuto più contatti con il figlio dal 2008, da quando era rientrato in Turchia dopo il divorzio con la madre del 37enne. Secondo i media olandesi, il 37enne era in carcere fino a due settimane fa. Tra le accuse di cui doveva rispondere Tanis, furto e stupro.
La rete cita la vittima della violenza, avvenuta nell’estate del 2017, la 47enne Angelique, che ha raccontato che Tanis era stato in carcere per sei settimane perché aveva violato alcune condizioni della libertà in attesa dell’udienza sul caso ed era uscito da poco dalla prigione dopo una richiesta del suo avvocato. “E’ pazzo, tossicodipendente, ho già avvertito la polizia, non è un terrorista, ma uno psicopatico”, ha detto la donna. I vicini del quartiere di Kanaleneiland, dove viveva, lo descrivono come una “persona instabile, con molti problemi”. Mentre gli amici raccontano che la situazione è precipitata dopo il divorzio dalla moglie due anni fa. In precedenza l’attentatore aveva vissuto seguendo le indicazioni dell’Islam, facendosi crescere la barba e indossando abiti lunghi.
L’incubo è cominciato alle 10:45 del mattino, in un quartiere residenziale di Utrecht, tranquilla cittadina universitaria. Su un tram fermo nella zona di Kanaleneiland, area con una vasta popolazione di immigrati, sale un uomo che dopo un po’ comincia a sparare con una pistola. Secondo un testimone oculare, l’assalitore punta una donna, riuscendo subito a colpirla. Alcune persone si gettano sul corpo riverso a terra della vittima, ma il killer apre nuovamente il fuoco uccidendo altri due passeggeri mentre gli altri cercano di mettersi in fuga. Tanis a quel punto si dà alla fuga, probabilmente su una Renault Clio rossa che alcuni testimoni hanno visto in moto già prima dell’azione sul tram. Per otto ore l’uomo resta introvabile.
Alcuni testimoni, subito dopo i fatti, hanno raccontato che il killer “è uno del quartiere”, escludento che potesse aver “agito per terrorismo”. Ma la polizia, fin da subito, non esclude nessuna pista. Anzi, il sindaco di Utrecht porta il livello di allerta al massimo, come mai era successo in Olanda, e ordina a tutta la popolazione di restare chiusa in casa. Anche dalle scuole non entra ed esce nessuno, e per le moschee viene rafforzata la vigilanza, nel timore di un attacco in stile Nuova Zelanda mentre viene aumentato anche il livello di sicurezza in tutti gli aeroporti. La città diventa deserta. E mentre i feriti vengono portati in ospedale, entrano in azione anche le forze antiterroriste: elicotteri e centinaia di poliziotti avviano la caccia all’uomo. Per tutto il giorno si susseguono raid in case e appartamenti della città, fino a che la polizia non arriva all’autore della sparatoria, nella zona di Oudenoord.
Gokman Tanis, 37 anni, nato in Turchia, ha una fedina penale lunga diverse pagine: dal 2012 al 2017 è stato arrestato più volte dalla polizia per furto, rapina, tentato omicidio, vandalismo, conflitto a fuoco, minacce alla polizia, e persino una violenza sessuale per la quale due settimane fa sarebbe comparso davanti ai giudici in Tribunale. “Non parlo con mio figlio da 11 anni, non conosco la sua situazione psicologica, in passato non aveva comportamenti aggressivi”, ha detto il padre del killer, che vive in Turchia.
Altri familiari, citati dall’agenzia di stampa turca Anadolu, sostengono che il motivo di quella assurda violenza sia proprio da ricercare all’interno delle vicende familiari. La separazione dalla moglie, avvenuta un anno fa, potrebbe essere il motivo scatenante della follia omicida secondo alcune ricostruzioni. Il premier olandese Mark Rutte, che nei momenti dopo l’attacco aveva parlato di una situazione “preoccupante” e aveva riunito l’unità di crisi, ancora dopo l’arresto parla di motivazioni “non chiare”.