Sant’Arpino, Archeologia e “Lezioni di Immortalità” con Flaminia Cruciani

di Redazione

L’archeologia fra poesia e distruzione, strumento che attraverso la macerie riporta alla luce la vita, donandole immortalità, sarà la protagonista del nuovo appuntamento della nona edizione della Rassegna Letteraria “Sulle orme del Cantor d’Enea”. Alle ore 10.30 nel Palazzo Ducale “Sanchez de Luna”, in piazza Umberto I, nell’ambito della serie di appuntamenti letterari organizzati dalla Pro Loco di Sant’Arpino e patrocinati dall’amministrazione comunale, ci si confronterà sull’opera letteraria “Lezioni di Immortalità” della poetessa ed archeologa Flaminia Cruciani, edita da Mondadori.

A discutere con l’autrice saranno l’ex direttrice del Museo archeologico dell’Agro Atellano, Elena Laforgia e l’archeologo Luigi Lombardi. I lavori, moderati dal giornalista Francesco Paolo Legnante, saranno aperti dai saluti del primo cittadino di Sant’Arpino, Giuseppe Dell’Aversana, del presidente del Consiglio Comunale con delega alla Cultura, Ivana Tinto e del presidente della Pro Loco, Aldo Pezzella.

Il libro della Cruciani, non è un manuale di archeologia, e non è neppure un diario di viaggio o di avventure, ma è il racconto sincero e appassionato della più bella lezione di immortalità che l’autrice abbia ricevuto dalla vita: l’archeologia in quella terra millenaria che è la Siria con la sua straordinaria gente. Dalla preparazione del viaggio all’organizzazione delle attività di scavo, dal rapporto con la popolazione locale alle numerose difficoltà della vita nel deserto, grazie a un linguaggio poetico e fortemente evocativo, l’autrice ci restituisce l’emozione di un lavoro tanto affascinante.

“Mi è sembrato importante scrivere questo libro adesso, perché l’archeologia è l’unico modo di comprendere il presente. Per non dimenticare la Siria, terra di prodigi originari”. Un racconto ricco di pathos, che riguarda ognuno di noi, dove l’attenzione è posta sulle nostre radici. La Cruciani ci ricorda infatti che nel Vicino Oriente sono nati i miti più antichi, come la Saga di Gilgameš, la prima riflessione della storia sul tema dell’immortalità, in cui all’eroe viene svelato il segreto della “pianta dell’eterna giovinezza”. Che ancora oggi, dopo oltre quattromila anni, l’uomo non si è stancato di ricercare. Per i mesopotamici il tempo passato figurativamente era ciò che stava di fronte, mentre il futuro era dietro le spalle. “Con questo libro – rimarca Flaminia Cruciani – voglio restituirvi un tempo ritrovato, giovane, che inventa la vita”.

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