Aversa – Avrebbe già pronte due liste civiche ma, a mio parere, non basteranno per essere rieletto. Enrico De Cristofaro, sindaco spodestato da 13 consiglieri che si sono dimessi in massa facendo venire meno il numero legale perché l’amministrazione potesse andare avanti, ha annunciato che si ricandiderà al ruolo di primo cittadino alle prossime elezioni amministrative che dovrebbero tenersi il 26 maggio, insieme alle Europee.
Una scelta che, a mio parere, sarà perdente. De Cristofaro non verrà rieletto per quello che non ha fatto ma soprattutto per quello che ha fatto. Per chiarire il mio pensiero partiamo da quello che ha fatto. Da primo cittadino ha cercato di far diventare Aversa una “città normale”, dove per “normale” si intende avere chiesto il pagamento dei canoni, non pagati da 30 anni ai residenti delle palazzine di proprietà comunale di via San Lorenzo. Da sindaco ha chiesto ai gestori dei locali presenti nelle strade sede della movida, in particolare quelli di via Seggio, di rispettare le ordinanze comunali relativamente alle emissioni sonore e agli orari di chiusura, facendo sanzionare, con multe e chiusura forzata, i locali in cui non venivano rispettare le ordinanze; ha disposto il controllo degli esercizi commerciali per modificare la cattiva abitudine di alcuni gestori di non emettere lo scontrino per le vendite fatte, evadendo così le tasse; ha voluto imporre il rispetto di una zona a traffico limitato, nata tanti e tanti anni fa, come testimoniano le fioriere installate nel 2009 proprio per impedirne l’attraversamento a chi non ne avesse diritto, facendo sanzionare i trasgressori; ha recuperato alla collettività aree di proprietà comunale utilizzate abusivamente da privati, che in alcuni casi ritenevano di esserne diventati proprietari per usucapione.
Questi sono tra i fatti realizzati da De Cristofaro. Fatti doverosi per qualsiasi sindaco e per qualsiasi amministrazione, lasciati, però, correre da chi lo ha preceduto. Fatti che hanno toccato il portafoglio di chi può portare voti eleggendo chi può e vuole tutelare interessi personali, ignorando le vere esigenze della città. Fatti che, toccando interessi privati, già da soli basterebbero ad impedire la rielezione di De Cristofaro.
Ma c’è di più. Ci sono le cose non fatte, naturalmente, non per scelta ma per circostanze avverse, di cui lo stesso De Cristofaro ha dato atto nella conferenza stampa tenuta il 19 febbraio. Sono i ritardi della burocrazia nell’espletamento delle gare di appalto, ritardi che non possono essere attribuiti ad un sindaco, chiunque sia, mentre ad un primo cittadino sono attribuibili ì disservizi creati dal malfunzionamento della macchina amministrativa, quando non è all’altezza dei compiti di cui è incaricata come dimostra la mancata conoscenza della presenza non autorizzata di distributori di bevande nei corridoi della casa comunale o il possesso di ben quattro macchinette idonee a produrre la nuova carta d’identità. Cose ricordate in conferenza stampa dall’ex primo cittadino.
A fronte di tali affermazioni che dimostrano, a mio parere, l’onestà anche intellettuale di De Cristofaro appare logico che, pur tenendo conto dell’impegno e della buona volontà profusi nei due anni e passa di amministrazione, chi ha seguito la conferenza si domandi quale garanzia possa dare l’ex sindaco, se rieletto, ai cittadini non “fidelizzati” da partiti, da altri candidati o da chicchessia, se non riesce a tenersi informato su cose, anche banali, che avvengono nella casa comunale? Se a questo si aggiungono le azioni intraprese che hanno toccato interessi personali di molti possibili elettori o grandi elettori, augurandomi di sbagliare, sembra più che logico prevedere una sconfitta elettorale di De Cristofaro. Potranno mai vincere i cittadini che desiderano che Aversa cambi in meglio confrontandosi con quelli che preferiscono che nulla cambi, anzi che si ritorni al passato?