Una perturbazione proveniente dal nord Atlantico raggiungerà il Mediterraneo centrale nelle prossime ore portando venti forti prima sulle regioni settentrionali e successivamente su quelle centrali, con un marcato calo delle temperature. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile ha emesso una allerta meteo che prevede a partire dalla serata venti forti con raffiche di burrasca, su Liguria e provincia autonoma di Trento, in successiva estensione a Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise.
Domani, mercoledì 27 marzo, la perturbazione porterà maltempo soprattutto al Sud, mentre nella seconda parte della settimana si attende un generale miglioramento con temperature che risaliranno gradualmente, fino a valori di nuovo miti nel prossimo fine settimana.
Danni per piante cadute e strade interrotte nel comasco a causa del forte vento che si è abbattuto sulla provincia con raffiche fino a 120 km all’ora. Due donne sono rimaste ferite in modo lieve a Lurago d’Erba a causa di un albero caduto sul marciapiede, molte le strade interrotte. Sospeso anche il traffico ferroviario sulla Milano-Chiasso tra le stazioni di Albate e Como San Giovanni. Nel pomeriggio è stata anche invece interrotta la navigazione sul lago per via delle forti raffiche, che nella zona dell’Alto Lario hanno favorito incendi di pascoli in quota.
Intanto, il Po è più a secco che a Ferragosto: è il grido d’allarme che lancia Coldiretti Emilia-Romagna. Secondo un’analisi basata su dati Arpae, a Borretto, in provincia di Reggio Emilia, la portata del fiume è di 554 metri cubi al secondo, mentre a Ferragosto 2018 era di 679. “Il maltempo – spiega la Coldiretti regionale – è atteso come manna dagli agricoltori in Emilia-Romagna dove non piove in modo significativo da mesi ed è caduto durante l’inverno il 40% di acqua in meno”. “Allo stato attuale – afferma l’associazione – nel nord Italia la situazione è grave come quella del 2017, uno degli anni peggiori del secolo, che ha creato difficoltà anche per gli usi civili nei centri urbani ed è costata due miliardi di euro in danni all’agricoltura a causa della siccità che ha tagliato i raccolti delle principali produzioni, dagli ortaggi alla frutta fino al mais, ma anche ai vigneti e al fieno per l’alimentazione del bestiame per la produzione di latte”.