La 64esima edizione del David di Donatello ha avuto un unico indiscusso trionfatore. Si tratta di “Dogman” di Matteo Garrone, che ha portato a casa ben 9 statuette, lasciando poche briciole ai pur accreditati avversari. L’Oscar del cinema tricolore, consegnato annualmente da una giuria di esperti che, sotto la direzione di Piera Detassis è stata in larga parte rinnovata, ha premiato la pellicola di Garrone per film, regia, sceneggiatura originale, fotografia, scenografia, montaggio, trucco, suono e attore non protagonista, Edoardo Pesce.
Unico a non essere citato, nell’abbondante messe di allori, è stato proprio il più accreditato, l’attore protagonista Marcello Fonte, che, dopo aver raccolto riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, si è visto battere sul filo di lana da Alessandro Borghi, bravissimo, tra l’altro, a calarsi nei panni di Stefano Cucchi nel sorprendente “Sulla mia pelle” di Alessio Cremonini, che ha, anche, prevalso nella categoria di regista esordiente. Ovviamente il trofeo a Borghi, a prescindere dalla sua capacità interpretativa, ha assunto, pure, un valore altamente simbolico volendo porre l’accento su una delle vicende di cronaca più oscure e controverse dell’Italia contemporanea. Miglior attrice protagonista la Elena Sofia Ricci, inappuntabile nei panni dell’ex first lady nostrana Veronica Lario nel satirico, quasi grottesco, “Loro” di Paolo Sorrentino, vincitore, anche, di un David per l’acconciatore.
Alla partenopea Marina Confalone il meritato alloro per l’attrice non protagonista ne “Il vizio della speranza” di Edoardo De Angelis, mentre “Chiamami con il tuo nome” di Luca Guadagnino, a conclusione di una stagione di unanime consenso critico planetario, ha prevalso nelle categorie di miglior sceneggiatura adattata e canzone originale. Delusione per il pluricandidato “Capri-Revolution” di Mario Martone, che si è aggiudicato il solo premio per la colonna sonora, e per le cineaste nominate Alba Rohrwacher e Valeria Golino, protagoniste, però, di una significativa rivoluzione al femminile, sottolineata sul palco dalla presidentessa Detassis.
Momenti di autentica commozione nella serata presentata, su RaiUno, dal solito professionale Carlo Conti per il ricordo di tutti gli artisti e maestri scomparsi nel 2018, e di ovazione per i David Speciali consegnati a Tim Burton, Uma Thrurman, Dario Argento e, soprattutto, Alfonso Cuaròn, autore di un incredibile rush intercontinentale per essere presente in sala e ritirare, dopo l’Academy Award, il David per “Roma”, miglior film straniero.