Gli agenti della Polizia di Stato di Caserta e della Direzione investigativa antimafia di Bologna e Napoli, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Pasquale Fontana, 47 anni, e Giuseppe Santoro, 51, titolari di noti punti vendita nel settore dolciario, denominati “Butterfly”, con locali situati su tutto il territorio campano, gravemente indiziati del delitto di associazione per delinquere di tipo mafioso e del delitto di intestazione fittizia di beni, aggravata dal metodo mafioso.
L’attività d’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea e condotta dalla Direzione investigativa antimafia di Bologna e Firenze e dalla Squadra mobile della Questura di Caserta, ha permesso di svelare la partecipazione attiva del “clan dei casalesi”, e in particolare della fazione Zagaria, in importanti settori dell’imprenditoria, e in particolare, nella collocazione sul territorio nazionale di pasticcerie, rivelando sia il tentativo di infiltrazione nel tessuto economico-sociale dell’Emilia Romagna da parte di imprese nate e operanti in territorio campano, sia l’intestazione fittizia delle stesse a soggetti ritenuti gravitanti nell’orbita del predetto aggregato camorristico.
L’indagine, condotta con l’ausilio di attività tecniche di intercettazione, sia telefoniche che ambientali, corroborate da dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia sull’argomento, ha consentito di accertare che gli indagati organizzavano incontri riservati con Michele Zagaria e con altri affiliati al fine di pianificare le attività del clan e che Giuseppe Santoro, oltre ad ospitare Zagaria nella propria abitazione e in quella di suoi stretti familiari, metteva a disposizione di diversi affiliati il locale pasticceria “Butterfly” di Casapesenna per la consegna di ‘pizzini’ da destinare al capo clan durante la sua latitanza. Santoro, inoltre, riceveva un grosso finanziamento da Zagaria, con cui era in società, che gli consentiva di estendere l’attività commerciale della “Butterfly srl” aprendo vari punti vendita sul territorio campano e napoletano, presso i quali venivano, poi, assunti diversi parenti di affiliati al clan, al fine di procurare loro un lavoro apparentemente lecito.
Oltre ai due indagati, sono state denunciate altre otto persone, per il delitto di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso, in quanto responsabili di essersi fittiziamente intestati pasticcerie riconducibili, in realtà, al clan. Nel corso dell’operazione, su delega della Direzione distrettuale antimafia, la polizia giudiziaria ha anche proceduto al sequestro di quote societarie, conti correnti ed autovetture riferibili agli indagati. A carico di Santoro il provvedimento è stato eseguito presso il carcere di Secondigliano, ove si trova detenuto per altra causa, mentre Fontana, al termine degli atti di rito, è stato condotto presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere.
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