Afferrata praticamente al volo e salvata in extremis dall’intervento dei carabinieri una madre che voleva lanciarsi dal balcone insieme alla figlioletta che il tribunale gli aveva sottratto. I militari sono finiti in ospedale per il loro atto d’eroismo, la donna, che voleva tornare a vivere con sua figlia, in una cella del carcere femminile di Pozzuoli.
Teatro di questa tragedia mancata una casa-famiglia di Parete presso la quale era ospitata la bambina sottratta alla donna, di nazionalità nigeriana, di 33 anni, perché ritenuta non idonea dal tribunale e dai servizi sociali ad esercitare la potestà genitoriale in quanto prostituta. Tutto ha avuto inizio con l’intervento dei militari della stazione di Parete e del radiomobile della compagnia di Aversa, coordinati dal maggiore Terry Catalano, su richiesta della direttrice di una casa-famiglia in cui era ospite una bambina minore.
La madre, secondo quanto ricostruito, si era recata presso il centro e afferrata la figlia aveva tentato di togliersi la vita buttandosi dal balcone insieme alla piccola. I carabinieri intervenuti sono riusciti a salvare madre e figlia dal folle gesto e nel farlo, avendo la donna opposto resistenza, riportavano gravi lesioni. Entrambi i militari, infatti, sono stati costretti a fare ricorso alle cure dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa. Per uno di essi riscontrata la rottura del tendine della mano oltre a varie escoriazioni con una prognosi provvisoria di trenta giorni.
La bambina, della quale non è stata resa nota l’età, era stata sottratta alla madre e affidata agli addetti ad una casa famiglia di Parete, dopo che la donna era incappata diverse volte in retate ai danni di prostitute, il 26 marzo scorso. Una decisione che la malcapitata non ha voluto assolutamente accettare e, dopo essersi messa alla ricerca della struttura alla quale la bambina era stata affidata in attesa di una decisione definitiva sul suo futuro, una volta trovata e capito che ben poco avrebbe potuto fare, ha dato il via alla propria disperazione mettendo in scena un tentativo di suicidio in cui coinvolgere anche l’incolpevole figlioletta. Avvicinatasi a quest’ultima con uno stratagemma, dopo essere salita al piano superiore dell’edificio, si sarebbe affacciata ad un balcone minacciando di lasciarsi cadere nel vuoto insieme alla bambina se questa non le fosse stata riaffidata.
Immediato l’allarme dato dai responsabili della struttura con i militari della stazione di Parete e della compagnia di Aversa giunti sul posto poco dopo. Una scena straziante quella che si è presentata agli occhi dei carabinieri che hanno tentato di convincere la giovane di desistere dal proprio intento, mentre la piccola era terrorizzata. Ad un tratto la situazione sembrava precipitare e questo ha portato i militari ad agire cercando di immobilizzare la donna e porre fine all’episodio. Due carabinieri l’hanno agguantata nel tentativo di bloccarla. La donna ha opposto una strenua resistenza aggredendo i militari che, ovviamente, stante la presenza della piccola, hanno agito con molta prudenza per non danneggiarla, con il solo obiettivo di renderla inoffensiva e di sottrarle la piccola.
Alla fine, pur essendo riusciti ad immobilizzare la giovane, i due carabinieri hanno avuto la peggio dovendo ricorrere ai sanitari del nosocomio della vicina Aversa. Su disposizione dei magistrati della Procura di Napoli Nord, la donna è stata arrestata e trasferita in una cella del carcere femminile di Pozzuoli in attesa di essere giudicata con il rito direttissimo nella mattinata di oggi davanti ai giudici del tribunale aversano con l’accusa, tra l’altro, di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale e lesioni.