“In Commissione Agricoltura del Parlamento europeo si è votato il dossier di riforma della Pac – Politica agricola comune sui piani strategici. La scelta era: sostenere un’agricoltura “green” o votare per il sistema degli allevamenti intensivi che inquinano l’ambiente, contribuiscono al riscaldamento globale e spingono le piccole realtà fuori dal mercato. La maggioranza di destra (Ppe, Ecr e Alde) ha optato per lo ‘status quo’ e deciso di non tagliare i fondi pubblici agli allevamenti intensivi e di non sostenere la transizione verso un modello di agricoltura ecologica e rispettosa del clima”.
A renderlo noto l’europarlamentare del gruppo “S&D” Nicola Caputo, per il quale è stato molto deludente anche l’esito del voto sul “capping” che doveva favorire i piccoli agricoltori e colpire le grandi aziende beneficiarie di pagamenti diretti di rilevante importo e nelle quali prevale il sistema di agricoltura intensiva. “E’ stato, inoltre, deciso – continua Caputo – di annacquare la valida proposta sulla condizionalità rafforzata, noto come ‘eco-schemi’, tesa ad aumentare le azioni nazionali in materia di ambiente e di clima. Altra grande delusione è rappresentata dalla decisione della maggioranza di destra di assegnare solo il 20% del bilancio degli aiuti diretti e solo il 30% dello sviluppo rurale a sostegno di azioni per l’ambiente e il clima”.
In quanto coordinatore del gruppo S&D in commissione agricoltura, Caputo ha votato, insieme ai colleghi socialisti, contro la proposta di regolamento sui piani strategici. “Abbiamo già perso, tra il 2005 e il 2013, 3,7 milioni di aziende agricole nell’Unione Europea, un calo che diventa ancora più evidente nel settore zootecnico”, sostiene Caputo, che sottolinea: “Lo stesso trend si riscontra in Italia: tra il 2004 e il 2016 hanno cessato l’attività oltre 320 mila aziende (-38%) ma il numero di quelle grandi e molto grandi è aumentato di un quarto”.
L’eurodeputato casertano annuncia che continuerà a battersi, insieme ai colleghi, “per cambiare rotta e rendere questa proposta di riforma della Pac molto più sostenibile. Ricordo, infatti, che il regolamento sui piani strategici, che ha avuto l’ok in Commissione Agricoltura, non passerà al vaglio della plenaria in questa legislatura. Nella prossima, gli europarlamentari potranno quindi decidere di riaprire il dossier. Si ricomincerà, dunque, con il nuovo Parlamento, e noi ci faremo trovare in tanti e pronti per cambiare il corso ad un settore che merita molto di più dello status quo”.