Ennesima proroga di sei mesi del servizio di igiene urbana ad Aversa con ennesima assegnazione, come per legge, alla Senesi, l’azienda di Porto Sant’Elpidio, nelle Marche, presente nella città normanna dall’aprile del 2010. Per il momento c’è un nuovo periodo di sei mesi. Una proroga che sino ad ora ha portato ad un’assegnazione di fatto di un appalto che ha un costo di ben sette milioni di euro l’anno per due anni e mezzo con un costo di circa diciotto milioni di euro.
La precedente amministrazione, guidata dall’allora sindaco Enrico De Cristofaro, procedette ad indire una nuova gara, praticamente quando i cinque anni previsti dall’appalto in corso erano già scaduti, nella primavera del 2017. A questo ritardo di programmazione si è aggiunto quello causato dalle lungaggini di una gara che si trascina da due anni tra assegnazioni provvisorie carte bollate con la giustizia amministrativa a farla da padrone considerato i ricorsi in atto davanti al Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania.
Nella realtà dovrebbe essere la Tekra la società che andrà a gestire il servizio di igiene urbana ad Aversa per i prossimi cinque anni a partire da dopo la proroga. Il condizionale è d’obbligo tenuto conto che, nel corso praticamente di due anni necessari per l’espletamento della gara da parte della Stazione Unica Appaltante di Caserta, si è assistito ad un’altalena di aggiudicazioni tra la stessa Tekra e il Cite, consorzio, quest’ultimo, toccato dalle note vicende giudiziarie che hanno visto coinvolto anche un ex assessore comunale aversano.
Protagonista della lunga vicenda, rappresentata dall’aggiudicazione di una gara di poco meno di trentacinque milioni di euro per cinque anni è stato anche il Tar Campania al quale si sono rivolte entrambe le ditte. Nel giugno scorso i giudici amministrativi della Campania avevano, infine, deciso per il rigetto del ricorso presentato dal Consorzio Cite che era stato escluso dalla gara per aver omesso nella documentazione versata negli atti di gara di una serie di circostanze relative al contratto che lo stesso Cite aveva con il comune Orta di Atella. Quella stessa Cite, poi, nell’autunno successivo, come già detto, è stata coinvolta in una inchiesta della magistratura che vede tra gli indagati diversi “colletti bianchi” e amministratori, tra cui un ex assessore proprio di Aversa.
Di fatto, quindi, è stata confermata la decisione della Sua di Caserta che il 9 maggio scorso aveva assegnato l’appalto da 34,5 milioni di euro per la raccolta rifiuti ad Aversa per i prossimi cinque anni alla società salernitana Tekra con sede ad Angri. Una decisione che, però, è in attesa di un ulteriore sentenza del Consiglio di Stato che potrebbe confermarla. Intanto, la Senesi continuerà, come previsto dalla normativa, a svolgere il servizio in proroga per sei mesi, fermo restando un termine più breve nel caso in cui dovesse arrivare l’assegnazione definitiva dalla Stazione Unica Appaltante presso la Prefettura di Caserta. Al momento, la società virtualmente vincitrice, la Tekra, gestisce il servizio in provincia di Caserta, a Cervino, in quella di Napoli, tra gli altri: ad Acerra, Marano, Monte di Procida oltre che in diversi centri della Sicilia.
Per quanto riguarda l’espletamento del servizio, c’è da segnalare una pulizia radicale che la Senesi sta effettuando per zona con tanto di diserbamento che sta trovando apprezzamento tra gli aversani. C’è, però, una lamentela che gli aversani stanno rivolgendo all’amministratore delegato della Senesi, Rodolfo Briganti, sui social grazie ai quali intrattiene rapporti con i cittadini normanni: quando ritirano i rifiuti gli addetti lasciano sempre più spesso la zona di carico dei rifiuti sporca, senza preoccuparsi minimamente di pulirla dei residui che cadono a terra durante le operazioni.