Prima gli attacchi gratuiti alla Raggi, poi la foto di Salvini con il mitra e ancora la reintroduzione della leva obbligatoria. “Le stanno provando tutte – sostengono fonti del Movimento 5 Stelle, riferendosi alla Lega di Salvini – per distogliere l’attenzione sul tema principale: le dimissioni di Siri. Prima gli attacchi gratuiti alla Raggi, poi la foto di Salvini con il mitra e ancora la reintroduzione della leva obbligatoria”. “Di mezzo – incalzano le stesse fonti – ci sarebbero legami con la mafia. E questo governo non deve avere alcuna ombra, non può essere accostato lontanamente a fatti di corruzione e mafia. Siri faccia un passo di lato e chiarisca”.
Non solo la lobby del vento. Fu la Lega a spingere per inserire il “punto sul biometano” nel contratto di governo. “Lo ricordiamo perfettamente, erano Siri e Centinaio a proporlo con insistenza”. La precisazione arriva da fonti del M5s ascoltate dall’Adnkronos: il motivo è l’articolo di Repubblica che racconta gli interessi di Paolo Arata proprio per il biometano. Secondo gli elementi raccolti dalla Dia di Trapani, tra cui alcune intercettazioni, il consigliere per l’energia di Matteo Salvini, indagato con l’accusa di aver corrotto il sottosegretario leghista Armando Siri per inserire un emendamento sull’eolico, aveva già pronta una società ad hoc insieme al suo socio Vito Nicastri, la Solgesta srl, per lucrare anche in questo settore.
Perciò, sostiene il quotidiano, Arata è riuscito a condizionare la stesura del contratto di governo, ottenendo proprio l’inserimento di un passaggio sul biometano. Intanto Matteo Salvini da Pinzolo ribadisce la sua posizione: “Siri è innocente fino a prova contraria”. E ammette di aver incontrato Arata “una volta, come docente universitario, perché parlò a un convegno della Lega di energia, di risparmio energetico e di tutela dell’ambiente”. “Abbiamo letto anche noi oggi con stupore l’articolo di Repubblica“, riferiscono le fonti M5s. Che forniscono un particolare: stando al loro ricordo, sarebbe stato proprio Siri,indagato per corruzione per una ipotizzata tangente di 30mila euro promessa o consegnata da Arata, a volere quel passaggio nel contratto insieme al ministro Gian Marco Centinaio. “Noi accettammo – proseguono le stesse fonti ascoltate dall’Adnkronos – perché in piccoli impianti e ben canalizzati può andare, ma non sappiamo quali fossero i loro reali fini”. Nel contratto di governo gialloverde si legge: ” Verranno inoltre valutate sperimentazioni sul ciclo vita di impianti a biometano valutando i costi, l’inquinamento e i prodotti reflui”.
Secondo Repubblica, le intercettazioni della Dia di Trapani raccontano di “un suggerimento” di Arata. L’ex parlamentare di Fi, poi diventato guru dell’energia per Lega, scrisse il programma elettorale per Salvini premier in vista delle politiche dello scorso anno. Già allora, come ricostruisce il quotidiano, accanto alla spinta per l’eolico c’era anche quella per il biometano: “Oggi, con il biometano ottenuto ecologicamentedalla fermentazione della parte umida dei rifiuti, siamo in grado di produrre energia pulita per alimentare la rete di trasporto pubblico locale”, si leggeva nel programma del Carroccio.
“Piccolo è bello”, era il mantra di Arata durante la campagna elettorale. Quindi il mini-eolico e le piccole centrali di biometano: “Questo modello è già una realtà consolidata negli altri Paesi avanzati d’Europa e del mondo, dove infatti il costo della bolletta è nettamente inferiore al nostro”, diceva. Il consigliere della Lega puntava infine sul fotovoltaico, il terzo settore finito nel suo mirino e in quello di Nicastri, l’uomo accusato di essere uno dei finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro.
“I giudici facciano bene e facciano in fretta. Io il professor Arata, come docente universitario, l’ho incontrato una volta”, dice Salvini in conferenza stampa in Trentino. “Poi non l’ho più incontrato, non ne conosco le frequentazioni, le società, le amicizie, le simpatie e le antipatie. Quindi, se ci sono dei problemi che vengano a galla, non sui giornali ma in un’aula di tribunale“, aggiunge il vicepremier. Che poi risponde a una domanda sul caso Siri: “Finché non c’è una condanna – ribadisce – fino a prova contraria, per me, ogni italiano è innocente. La Raggi è stata sotto inchiesta per due anni e per me era innocente. Se tornerà sotto inchiesta, resterà innocente. Vedremo. Poi io la mafia la combatto. Ho tanti difetti ma non quello di essere amico dei mafiosi”, conclude il ministro dell’Interno.