“A Napoli la delibera di giunta comunale numero 136 del 31 marzo 2019 – di cui veniamo a conoscenza in queste ore – si può riassumere così: ogni morto costa il doppio”. Lo denunciano Gennaro Tammaro e Alessio Salvato, delegati Efi (Eccellenza Funeraria Italiana) per Napoli. “L’amministrazione cittadina – spiegano i due impresari funebri – ancora una volta fa cassa sui defunti dando l’impressione di non saper dove recuperare i soldi per risanare i bilanci. Qualcuno avrà pensato che i morti non si lamentano, probabilmente”.
Qualche esempio: l’inumazione, che fino a qualche giorno fa costava al congiunto 134 euro, ora sale a 356 euro con l’obbligo di pagare in anticipo l’esumazione (che prima il congiunto pagava dopo cinque anni). Spostare una salma o un’urna nello stesso cimitero fino a oggi costava al congiunto 100 euro, ora sale a 240 euro. Costi che – inevitabilmente – ricadranno sui napoletani già stremati.
“Dalle nostre risultanze – precisano inoltre Tammaro e Salvato – sulla delibera c’è un’inesattezza, per non chiamarlo falso. Sulla traslazione delle spoglie, il Comune dichiara che il vecchio prezzo era di 120 euro mentre, tariffario 2017 alla mano, sappiamo bene che in realtà era di 100 euro”. “Insomma, ancora una volta il Comune prova a campare sui morti. Ma, al contrario, in un momento in cui i napoletani ancora affannano per arrivare a fine mese, il caro morto altro non fa che allontanare ulteriormente l’amministrazione dai cittadini”.
“Chiediamo – concludono Tammaro e Salvato – che si faccia immediatamente un passo indietro. Ne va della dignità di tutti i cittadini napoletani, che davanti a un ulteriore aumento del costo dei cimiteri si vedono inconsciamente spinti alla cremazione e alla dispersione delle ceneri, per meri motivi economici”. I delegati Efi si riservano di chiedere spiegazioni alla Giustizia e – eventualmente – di rivolgersi al Tribunale Amministrativo Regionale per far valere le proprie ragioni.
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