Whirlpool vuole cedere stabilimento Napoli: a rischio 430 lavoratori

di Redazione

Whirlpool Eema intende procedere con la riconversione del sito di Napoli e la cessione del ramo d’azienda a una società terza “in grado di garantire la continuità industriale allo stabilimento e massimi livelli occupazionali, al fine di creare le condizioni per un futuro sostenibile del sito napoletano”. E’ quanto ha annunciato l’azienda durante un incontro oggi a Roma tra vertici e rappresentanti dei sindacati per un aggiornamento sul Piano industriale Italia 2019-2021. In dubbio il futuro di 430 lavoratori. Immediata la proclamazione di uno sciopero dei lavoratori in tutti i siti italiani del gruppo. Martedì 4 giugno si terrà un incontro al Mise col ministro del Lavoro, Luigi Di Maio.

“Non possiamo accettare la chiusura del sito Whirlpool di Napoli: metteremo in campo tutte le azioni necessarie”, dice Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil Campania. “Whirpool lo definisce fitto del ramo d’azienda, ma è solo una scusa che cela la volontà di chiudere lo stabilimento di Napoli, viola gli accordi presi con sindacato e governo e segna volontà di disimpegno dall’Italia”, dichiara Antonio Accurso, segretario generale della Uilm Campania. “L’annuncio è arrivato senza nessun preavviso, di fatto una scelta unilaterale a cui abbiamo risposto immediatamente, dichiarando per l’intera giornata di oggi uno sciopero di 8 ore, su tutti i turni in tutti i siti del gruppo”, scrive in una nota la segretaria nazionale Fim Cisl Alessandra Damiani. “Riteniamo – continua Damiani – la scelta da parte della Whirlpool di chiudere il sito partenopeo inaccettabile, c’è un piano industriale, siglato circa 6 mesi fa insieme al governo, che prevede investimenti e rilancio di tutti i siti, Napoli compreso. Su Teverola poi, l’azienda sta disattendendo gli impegni sulla reindustrializzazione del sito che procedono lentamente. Tutto questo è inaccettabile soprattutto a fronte dei risultati economici e di volumi che in questi anni il gruppo sta avendo”.

Ferma anche la reazione del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: “È urgente e necessario che il Mise apra le porte a questa dolorosa vertenza e che riconosca la necessità del lavoro come una priorità del Sud. Napoli non può permettersi la perdita di 430 posti di lavoro, non può farlo dopo che l’azienda Whirlpool ha sottoscritto, solo sei mesi fa, un piano industriale che prevedeva investimenti fino al 2021 e l’aumento di ore di lavoro nello stabilimento napoletano come in quello di Carinaro; la vertenza riguarda inoltre anche 140 lavoratori dell’indotto nell’Avellinese”.

Intanto, il gruppo diffonde una nota, che non calma, per ora, le acque. “Nei prossimi giorni, Whirlpool lavorerà con le organizzazioni sindacali, le istituzioni locali e nazionali per definire tutti i dettagli e le tempistiche della riconversione, che saranno resi noti non appena possibile”, scrive l’azienda nella nota relativamente al sito di Napoli. “Whirlpool – si legge nel comunicato – ha ribadito la strategicità dell’Italia all’interno della regione Emea da un punto di vista industriale e commerciale e ha confermato le direttrici strategiche del Piano Industriale firmato lo scorso 25 ottobre presso il Mise”. Ma i sindacati sono già sul piede di guerra e non sembrerebbero voler scendere a patti con la multinazionale.

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