I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito, tra Lazio e Calabria, 18 arresti contro appartenenti a un’organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, con base nella Capitale. Coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia capitolina, i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno smantellato uno strutturato sodalizio radicato nel quartiere di Montespaccato, capeggiato da S.C., 42 anni, personaggio emergente nel panorama criminale romano, collegato a esponenti di note consorterie di stampo mafioso, rispetto alle quali era divenuto un importante canale di distribuzione di droga.
In tale contesto sono emerse, tra l’altro, relazioni intessute dal protagonista della vicenda con esponenti della cosca “B.” di Rosarno (Reggio Calabria), come dichiarato da due collaboratori di giustizia, e con il pregiudicato D.G.R., 51 anni, di origini brindisine, vicino al clan “C.”, articolazione territoriale della Sacra Corona Unita egemone in provincia di Lecce.
La caratura criminale di S. è testimoniata dal sequestro, operato dalle Fiamme Gialle nel mese di marzo 2016, di un vero e proprio “arsenale”, individuato dopo alcuni giorni di pedinamento di M. D. (classe 1978), suo uomo di fiducia. In quell’occasione erano state rinvenute 20 armi da fuoco (tra cui Kalashnikov, fucili a canne mozze e a pompa, mitragliatori Skorpion e silenziatori), 6 chili di esplosivo ad alto potenziale, 5 detonatori e un giubbotto antiproiettile, nonché circa 73 chili di cocaina e 140 chili di hashish.
Le indagini, che si sono protratte per lungo tempo al fine di ricostruire la struttura della gang, hanno consentito la compiuta identificazione degli altri associati, i catturandi cui il dominus aveva affidato il compito di gestire le aree di spaccio, trasportare e custodire il narcotico, recuperare i crediti insoluti a fronte di pregresse cessioni di stupefacente. S. esercitava nei confronti dei sodali un potere “dispotico”, ricorrendo a gravi minacce e atti violenti in caso di scarsa “produttività” della piazza di spaccio di rispettiva competenza ovvero nell’ipotesi di ammanchi di denaro dalla “cassa comune”.
La complessa rete di connivenze creata dal capo clan ha poi portato all’individuazione di ulteriori personaggi – parimenti destinatari della misura cautelare in carcere – taluni dei quali noti alle locali cronache giudiziarie, che, pur non essendo organici all’associazione, erano ad essa legati da stabili rapporti di fornitura di droga. Si tratta di P.D., 31 anni, già arrestato dai finanzieri del Gico, lo scorso gennaio, nell’ambito dell’operazione “Brasile Low Cost” per il tentativo di importazione dal Sud America di oltre 1000 chili di cocaina, perpetrato in concorso con il noto C.S.), T.M., 54 anni, figura di spicco tra gli ultrà di una squadra di calcio capitolina, D.G.D, 43 anni, C. L., 34 anni, V.L.F., 52 anni, G.F., 40, M.N., 43, B.E., 30 anni, e un ulteriore indagato ancora ricercato.
Nel corso delle attività investigative, le Fiamme gialle hanno sequestrato, complessivamente, oltre 100 chili di cocaina, circa 143 chili di hashish, un laboratorio clandestino allestito per la lavorazione, il “taglio” e il confezionamento della cocaina, oltre ad arrestare in flagranza 7 indagati tra corrieri e fiancheggiatori.